Infatti, anche se il guidatore all’apparenza c’è, succede che egli sia quasi sempre distratto. In primis, è distratto dal suo stesso automobilone, del quale va sommamente fiero e orgoglioso, tanto che alla prima occasione te lo fa capire o te lo dice direttamente in faccia: «Il mio è più grosso del tuo!».
Il guidatore di oggi è distratto anche dall’immancabile telefonino cellulare, in tutte le versioni più evolute. E forse ancor più dalla musica stordente a tutto volume, di quella che quando la propria vettura – solitamente equipaggiata con diciotto casse acustiche, incorporate ovunque e perfino (o soprattutto) nella marmitta – arriva ad un incrocio regolato dai semafori, i semafori stessi, autonomamente, decidono di diventare subito verdi per farla passare subito, evitando la iattura di un bombardamento di milioni di decibel.
Se i guidatori distratti sono purtroppo in forte crescita, quelli arroganti e aggressivi, anche. E quelli irresponsabili, pure. Troppi anche loro.
* * *
Ora, però, il discorso fin qui condotto sul piano dell’ironia, diventa serio e serissimo.
Ogni lettore credo che possa portare le proprie testimonianze nell’osservazione dei comportamenti, in città e fuori città, dei cosiddetti “pirati della strada”, nomenclatura perfino eufemistica e folcloristica, per indicare quelli che sono invece (chiamiamoli col loro nome) autentici delinquenti al volante.
Personalmente, sono ancora sconvolto da quanto è successo in un tragico giorno di fine settembre scorso a Sassano, in provincia di Salerno. Un fatto di cronaca che anche molti di voi sicuramente ricorderanno: quattro giovani vite (due fratelli di 16 e 22 anni, e due cugini di 15 e 19), seduti all’esterno di un bar, travolti e uccisi sul colpo da una BMW, guidata da un altro giovane di 22 anni che, ubriaco, ne aveva perso il controllo.
Un evento più terribile di quanto già possa sembrare, perché uno dei quattro ragazzi rimasti uccisi era il fratello minore del guidatore stesso.
C’è poco da scrivere ancora su questo argomento.
Da mezzo e strumento di servizio, di comodità, di piacere, l’automobile sta diventando un’impropria arma letale, per sé e gli altri.
Non favoriamo questa sciagurata metamorfosi. In attesa di normative e controlli più adeguati ai tempi, ciascun automobilista di buon senso sa quanto sia inutile arrabbiarsi per non trovare subito parcheggio, o per una lunga coda in autostrada, o perché una deviazione per lavori in corso ci farà arrivare in ritardo all’appuntamento, o perché quel tizio dietro di noi suona ossessivamente il clacson per avere strada…
A ben riflettere, sono il più delle volte dei futili motivi per farsi il sangue amaro.
Dobbiamo riacquistare la nostra pazienza e tolleranza. E anche, un po’ della nostra libertà. Tutte le volte che ci sarà possibile (e non sono poche!) lasciamo l’auto sotto casa e andiamocene per i fatti nostri a piedi, come quando non c’erano ancora le strisce pedonali, ma le vecchiette potevano attraversare la strada in sicurezza, rischiando (bei tempi!) di campare fino e oltre i cent’anni.
Salute. E alla prossima.