Il premierato forte e la legge Acerbo

di Pietro Giannini

Benito Mussolini e Giacomo Acerbo

Il premierato forte è la ‘madre di tutte le riforme’, come dice Giorgia Meloni. L’espressione indica l’importanza che la destra annette alla riforma.

Come si sa, il premierato forte consiste sostanzialmente nella elezione diretta del capo del governo. In questo modo, secondo la destra, la politica è sottratta ai ‘giochi di palazzo’ e riconsegnata al popolo. Questa considerazione dimostra l’intima natura antiparlamentare della destra, la sua radice populista. La considerazione è falsa per due motivi: primo, perché in una repubblica parlamentare il Parlamento è sovrano finché opera sotto lo scudo della legge; secondo, perché il Parlamento rappresenta il popolo e quindi tutto ciò che fa in osservanza della legge esprime la volontà del popolo. Quindi opporre il Parlamento al popolo è operazione politicamente scorretta.

Comunque, la proposta di premierato forte è pericolosa per diversi motivi. Prescindiamo dalla motivazione che il premierato intacca i poteri del Capo dello stato. Questo è vero, ma il Capo dello stato avrà i poteri che la Costituzione gli lascerà. Prescindiamo anche dai difetti tecnici che la proposta contiene: sono difetti che possono essere facilmente emendati.

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