Con Ugo Foscolo (nativo di Zante, dunque proveniente come lui dall’Eptaneso) ebbe rapporti controversi: in una lettera infuocata lo descrive come «vanaglorioso, invidioso, truffatore, bugiardo, simulatore, e fino mai ladro, e con tutto il suo bellissimo ingegno, grande impostore».
Rilevante fu anche il suo contributo nella traduzione dell’Odissea di Ippolito Pindemonte, come dimostrano le numerose lettere fra i due, ricche di quesiti, osservazioni, opinioni sull’epica omerica.
Il legame più intenso e duraturo Mustoxidi lo strinse però con Vincenzo Monti, conosciuto come professore di Eloquenza all’Università di Pavia nel 1802. Con Monti si avviò fin da allora un lungo e proficuo rapporto confidenziale e affettivo (fu addirittura sul punto di diventarne il genero) che divenne poi fruttuosa collaborazione letteraria, culminata con l’ingaggio per la traduzione dell’Iliade, impresa alla quale il letterato ellenico collaborò sciogliendo numerosi dubbi interpretativi. In una lettera gli scrive: «Bello perciò ed invidiabil dono avete ora fato alla vostra patria colla versione dell’Iliade, che si può riguardare quale prezioso anello che unisce la letteratura italiana alla greca».
[“La Repubblica-Bari” del 4 febbraio 2023]