di Rosario Coluccia
PISA («Programme for International Student Assessment» ‘Programma per la valutazione degli studenti’) è un’indagine molto seria condotta su studenti quindicenni di tutto il mondo che rileva in che misura questi, quasi in procinto di chiudere il ciclo scolastico medio superiore, abbiano acquisito conoscenze e competenze fondamentali per partecipare pienamente alla vita sociale ed economica. L’indagine internazionale, tenuta per la prima volta nell’anno 2000, si ripete ogni tre anni e coinvolge studenti di diversi paesi. Intende misurare la qualità dell’istruzione nei diversi paesi del mondo e implicitamente indica i punti di crisi sui quali le classi dirigenti e il mondo della scuola sono chiamati a intervenire.
Il fuoco è puntato su capacità di leggere e comprendere un testo, su matematica e su scienze. La scelta di queste tre discipline non significa che siano secondarie o insignificanti le altre. È importantissimo conoscere le tappe fondamentali della storia, le strutture economiche e geografiche di una regione o di una nazione, le declinazioni e le coniugazioni del latino, fare pratica motoria, ecc. Ma il possesso adeguato della propria lingua, l’apprendimento del metodo logico-matematico, la valorizzazione delle cognizioni e dei prodotti legati alle scienze, sono elementi decisivi per lo sviluppo della creatività e degli strumenti concettuali dell’individuo, indispensabili per affrontare le difficoltà della vita. Gli studenti, pervenuti a una fase cruciale della formazione, devono essere capaci di comprendere a fondo i contenuti di un qualsiasi testo, di fare calcoli matematici di media complessità, di avere una conoscenza relativamente approfondita dell’universo scientifico. Se non posseggono queste competenze e queste abilità non sono in grado di affrontare adeguatamente il mondo adulto nel quale si accingono ad entrare. Privo di questo bagaglio intellettuale, l’individuo fatica a trovare il proprio posto nella società.
