Parole, parole, parole 11. Il Dantedì

Dante è universale e trasversale, capace di colpire in molteplici forme l’immaginario creativo: dal teatro alla musica, dalla pittura alla scrittura, dal cinema alla danza, le arti hanno interpretato Dante (e la sua opera). Nato a Firenze nel 1265, fu esiliato in perpetuo dalla città natale nel 1301-1302, a seguito dell’ascesa al potere della fazione politica avversa. Dopo aver peregrinato in vari centri dell’Italia settentrionale, venuta meno la speranza di un richiamo in patria, aggiuntasi anzi una nuova condanna a morte per lui e per i suoi figli, colpito da una febbre malarica durante il viaggio di ritorno da una missione a Venezia, Dante muore a Ravenna nella notte tra il 13 e il 14 settembre 1321, senza aver potuto rimettere piede nella propria terra.

 Il culto di quel grandissimo ha radici antiche. Fin dai primi anni successivi alla morte dell’autore, alla Divina Commedia arride un successo straordinario, il pubblico la reclama. All’epoca non esisteva ancora la stampa, i libri erano ricopiati a mano, con pazienza e  con tenacia. Immediatamente riprodotta in Emilia (lì comincia la prima diffusione dell’opera), moltissimi manoscritti si allestiscono in Toscana e, in misura inferiore, anche in altre regioni, nel Settentrione e al Sud. Non esiste territorio italiano nel quale il testo di Dante non abbia fatto irruzione, con modalità e in tempi diversi: affidate a migliaia di scribi, le copie di quel libro mirabile erano rivolte a soddisfare le crescenti esigenze dei lettori, nei più remoti angoli d’Italia. L’opera ha circolato nei gangli della nostra cultura, rappresentando nei secoli un collante linguistico (letterario, culturale, ideologico) che si estende dal Trecento ad oggi e contribuisce in maniera determinante a conferire all’italiano (caso unico tra le grandi lingue europee) una evidente riconoscibilità e una (relativa) stabilità nel tempo.

Viviamo nel duemila, ma possiamo ancora leggere la Divina Commedia senza ricorrere a parafrasi o adattamenti. Certo, per alcuni passi particolarmente irti sono necessari sussidi aggiornati e di alto livello scientifico, oggi accessibili grazie alla rete (la consultazione è gratuita, a disposizione di chiunque). Tra le iniziative più significative si segnalano il Vocabolario Dantesco (VD) (www.vocabolariodantesco.it) e il Vocabolario dantesco latino (VDL) (www.vocabolariodantescolatino.it), imprese che raccolgono, commentano e rendono disponibile l’intero patrimonio lessicale delle opere di Dante, le due lingue (italiano e latino) usate da Dante nelle sue opere. Sono già consultabili oltre duemila voci (il lavoro è in elaborazione). Il 13 e 14 novembre dello scorso anno, a Firenze, nel Palagio dell’Arte della Lana (sede della Società Dantesca Italiana) e nella Villa medicea di Castello (sede dell’Accademia della Crusca), 44 specialisti italiani, europei e americani hanno discusso di VD e VDL, i risultati già ottenuti e le prospettive di avanzamento.

Qualche anno fa, un gruppo di ricerca dell’università di Roma organizzò un’inchiesta volta ad individuare le opere più rappresentative della letteratura europea, dalla antichità greca e latina fino ai nostri giorni. Venne stilata una classifica degli autori che fondano il canone della cultura europea. Per le prime sei posizioni era così costituita: Dante, Goethe, Shakespeare, Tolstoj, Cervantes, Dostoevskij. Dante non è solo italiano, Dante è universale, la presenza dantesca si espande nell’intero pianeta. La lista dei personaggi illustri che hanno amato Dante o a lui si sono ispirati è lunghissima. Una citazione spiega le ragioni della universalità dantesca e può valere anche per noi. Borges, vecchio e ormai privo della vista, scrisse: «Cogliere l’eterno, penetrare in un tempo senza tempo: ecco la risposta alla domanda “Perché leggere la Divina Commedia?”».

Ecco perché continueremo a celebrare il Dantedì. Lo farà l’Accademia della Crusca, il prossimo 25 marzo, con questo programma: Paolo D’Achille, Presentazione e saluti; Rosario Coluccia, Testo e lingua della Commedia; Gabriele Lavia, Una lettura per Dante. Sarà possibile assistere ai lavori dal canale YouTube dell’Accademia: https://www.youtube.com/@AccademiaCrusca1583.                                                                                                                             [“La Gazzetta del Mezzogiorno” del 22 marzo 2024]

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