Sulle possibili origini greche del topònimo Galatina (parte seconda)

di Maurizio Nocera

Lo stemma della città di Galatina.

(continuazione)

Un altro motivo che mi fa pensare all’origine greca della fondazione di Galatina sta nel suo simbolo sul labaro della città: la civetta, che alcuni studiosi ritengono essere presente sullo stemma a partire dai secc. XV-XVI. Qualcuno scrive anche seconda metà del XIV sec.. Solo successivamente si aggiunsero le chiavi decussate, mentre la corona fu aggiunta molto tempo dopo, trattandosi di un elemento di significato amministrativo e burocratico. Tutte queste notizie si trovano esposte nei libri di Michele Montinari e di Antonio Antonaci.

C’è una delle definizioni più appropriate del simbolo della civetta. Si trova nel libro Gli dèi della Grecia (Adelphi, Milano 2004), di Walter F. Otto, che scrive:

«La civetta era il simbolo ufficiale di Atena. “Servendosi di un’espressione sia pure arcaica, ma già evidentemente stereotipata, il poema (omerico) mette in rilievo, quale attributo della dea, ciò che maggiormente colpisce nella civetta: l’occhio lucente. Si chiama glaucopide […] Se dunque viene associato ad Atena un animale, che per il suo grande occhio acuto e lucente si chiama glaux, come lei stessa glaucopide, non può non esservi dubbio alcuno che si sia creduto, proprio a causa di questo sguardo meraviglioso, in esso presente il suo spirito”» (pp. 74-75).

Ovviamente conosciamo la storia di Athena, la figlia nata dalla testa di Zeus che, per partorirla, si diede un colpo d’ascia sul capo. Tra tutte le altre divinità pagane dell’Olimpo, Athena è l’unica in grado di proteggere ma anche di offendere; ed erano guai per gli eroi mitologici greci se si mettevano contro.

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