Manco p’a capa 186. L’insostenibilità ambientale

di Ferdinando Boero

Chi protesta a favore dell’ambiente è un ecoterrorista, chi manifesta a favore dei pesticidi è un eroe che difende l’agricoltura. Entrambi bloccano le strade: i primi sono fortemente osteggiati, i secondi sono salutati dalla folla festante, e blanditi dai media. Le campagne contro gli “ecoterroristi” sono intense e pochi osano dichiararsi d’accordo con loro. Se gettano minestrone sul vetro che protegge la Gioconda, la notizia è che hanno gettato minestrone sulla Gioconda. I loro blocchi stradali fermano le ambulanze e fanno morire i malati, i blocchi dei trattori no.
La campagna di denigrazione contro chi denuncia il nostro impatto sull’ambiente è potentissima, tanto che la Commissione Europea sta facendo passi indietro nell’attuazione del Green Deal e della transizione ecologica, per paura di perdere consensi. Dichiararsi contro i pesticidi significa mettersi contro Bayer (che li produce e li vende), dichiararsi contro il fossile significa mettersi contro i petrolieri. La potenza mediatica di questi giganti è enorme, quella dei difensori dell’ambiente è infinitamente minore. Anzi: non esiste.
Nella contrapposizione tra chi è PRO-Natura, e chi è PRO-Economia sembra che chi è a favore dell’ambiente sia CONTRO l’economia, e chi è a favore dell’economia, e avversa ogni salvaguardia del capitale naturale, sia CONTRO-Natura. Le due posizioni non sono equivalenti. Chi è PRO-natura chiede che si modifichi il modo con cui estraiamo risorse dalla natura. Chi non vuole modifiche non riconosce la gravità della situazione ambientale del pianeta, sottolinea l’importanza dell’economia e reputa la salvaguardia della natura come una calamità economica.

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