Nel libro, dedicato alla memoria del socio de Bernart, è presente il saggio di Paolo Vincenti, Aldo de Bernart, il buon maestro della rinascenza salentina[6], già pubblicato da Vincenti col titolo La figura e le opere di Aldo de Bernart (con Bibliografia) in Di Parabita e di Parabitani del 2008[7]. A Ruffano, la sua città adottiva, non si poteva mancare di ricordare il maestro. Infatti, in occasione dei festeggiamenti civili e religiosi in onore del patrono Sant’Antonio da Padova, sabato 8 giugno, nella Chiesa Parrocchiale “B. M.Vergine”, su impulso del parroco Don Nino Santoro, si tiene un convegno su “La Chiesa Natività di B.M.V. – a 300 anni dalla sua riedificazione”, con una “Memoria del prof. Aldo de Bernart”, a cura di Alessandro Laporta e Giovanni Giangreco. Inoltre, martedi 11 giugno 2013, organizzata dalla Biblioteca Comunale di Ruffano e con il patrocinio del Comune, si tiene una serata dedicata a “Pietro Marti. La figura di un intellettuale poliedrico”, per celebrare un personaggio di spicco del passato ruffanese, ovvero lo storico, giornalista e operatore culturale Pietro Marti, in occasione del 150° della nascita e dell’80° della morte. Dopo gli interventi dell’allora Sindaco Carlo Russo e di Orlando D’urso, Alessandro Laporta ed Ermanno Inguscio, Paolo Vincenti legge un intervento di Aldo de Bernart tratto da una delle sue ultime plaquette: Cenni sulla figura di Pietro Marti da Ruffano, perché del Marti de Bernart era stato il primo biografo. E il ricordo di de Bernart fa da leit motiv fra i vari interventi della serata[8]. Sul numero 63 della rivista gallipolina «Anxa News» (maggio-giugno 2013) è riportato un bellissimo scritto di Alessandro Laporta, Ritratto di Aldo de Bernart[9]. Ancora, nel numero del luglio 2013 della rivista «NuovAlba», un altro scritto di Paolo Vincenti, Aldo de Bernart. In memoria. Vincenti, che apre il pezzo con una citazione dal libro Cuore di Edmondo De Amicis (“Pronuncia sempre con riverenza questo nome – maestro – che dopo quello di padre, è il più nobile, il più dolce nome che possa dare un uomo a un altro uomo”), scrive: “Ancora qualcuno, degli amici più giovani o a lui più lontani, mi chiede incredulo: -ma è vero, il professore de Bernart è scomparso?-. È passato qualche mese dalla dipartita di Aldo de Bernart ma il vuoto che ha lasciato in chi, come me, lo ha conosciuto, frequentato, amato, è incolmabile…Gli amici e tutti i collaboratori si sono stretti attorno alla sua famiglia, la figlia Ida ed il figlio Mario, e la comunità salentina di studi umanistici è rimasta orfana di così alto nobile esempio. Noblesse oblige, mi veniva da dire spesso, pensando al caro Aldo, ma nel suo caso questa non era una formula vuota o di circostanza, bensì manifesto di vita di chi aveva fatto dell’eleganza e dell’aristocrazia dei modi il proprio tratto distintivo”[10]. Nell’ambito dell’annuale rassegna “Identità Salentina” organizzata dall’associazione Italia Nostra sezione Sud Salento, che si tiene dal 27 settembre al 6 ottobre 2013 a Parabita, in Piazzetta degli Uffici, nel corso della serata inaugurale viene ricordato Aldo de Bernart con interventi di Alessandro Laporta, Mario Cazzato e Gigi Montonato, presenti i figli dello scomparso. Della serata dà notizia il periodico «Presenza Taurisanese» nel numero di novembre 2013. Ancora, su «Presenza Taurisanese» del marzo 2014 compare un toccante articolo di Vittorio Zacchino (“Non omnis moriar”. Ricordo di Aldo de Bernart ad un anno dalla scomparsa), il quale scrive: “Fino quasi all’ultimo, Aldo ci ha riservato le sue nitide ed accattivanti plaquettes, i suoi profili di uomini illustri, nobili, patrioti, artisti, letterati, Pirro Castriota, Francesco Valentini, Raffaele Viva, Saverio Lillo, Antonio Bortone, Pietro Marti… Al povero Aldo, al di là della mestizia rievocativa, il grazie infinito per averci insegnato ad alleggerire la narrazione storica, a renderla accessibile ad ogni fascia di lettori, con l’ausilio di qualche verso, di un aneddoto, di un sorriso”[11]. Il 2 giugno 2014, è da segnalare una serata a Palazzo Ferrari di Parabita, “Ricordando Aldo de Bernart”, organizzata dal centro di cultura Il Laboratorio-Archivio Storico Parabitano, con Aldo D’Antico e gli interventi di Alessandro Laporta, Paolo Vincenti e dell’allora Sindaco Alfredo Cacciapaglia.
Nel 2015 l’operazione più importante ed il più compiuto omaggio al maestro de Bernart prende corpo editoriale grazie all’impegno della famiglia e della Società Storia Patria per la Puglia sezione di Lecce: un corposo volume, più di 550 pagine, intitolato Luoghi della cultura e cultura dei luoghi, uno dei titoli più belli dell’intera collana “I quaderni de L’Idomeneo” nella quale è ospitato. I curatori sono Francesco De Paola e Giuseppe Caramuscio[12]. In copertina uno scorcio della terra di Ruffano in una elaborazione grafica di Donato Minonni. Dopo la Prefazione di Mario Spedicato, nella prima parte del libro, L’uomo e l’intellettuale, si fa un focus sulla figura e sulle opere di de Bernart, con un profilo bio-bibliografico del maestro, curato da Paolo Vincenti, e poi vari contributi che lumeggiano la sua multiforme attività culturale che spaziava dal campo dell’arte a quello della critica letteraria, da quello più prettamente storiografico a quello musicale, fino all’aspetto religioso del culto dei santi e dell’arte sacra. La storia moderna è l’oggetto privilegiato dell’indagine di de Bernart, dal Cinquecento fino all’Ottocento, con rari sconfinamenti nel Novecento, sempre con riconosciuta competenza e un’acribia che ne facevano un erudito nel senso più pieno del termine. Dunque, le testimonianze di affetto per l’amico, il collega, lo studioso, il concittadino, nelle parole di Gigi Montonato, Gigino Bardoscia, Mario Cazzato, Giulio Cazzella, Gianpaolo Cionini, Stefano Ciurlia, Gino De Vitis, Enzo Fasano, Mario Marti, Maria Rosaria Palumbo, Gemma Preite, Mario Stefanò, Vincenzo Vetruccio. Un numero elevatissimo di testimonianze perviene in occasione del libro. “Nella cittadina natia di Pietro Marti e Antonio Bortone, che il direttore ha scelto quale sua residenza elettiva”, scrive Mario Spedicato nella Prefazione, “per buona parte della sua vicenda esistenziale, egli ha saputo riunire un gruppo di appassionati con i quali è rimasto in contatto fino agli ultimi giorni di vita, mostrandosi sempre disponibile all’ascolto, interessato a quel mondo esterno che non poteva più frequentare direttamente e prodigo di consigli a chi gliene faceva richiesta”[13]. Nella seconda sezione, L’eredità della ricerca, compaiono contributi che seguono da vicino l’area degli interessi del commemorato, con saggi di Maria Antonietta Bondanese, Ermanno Inguscio, Andrè Jacob, Alessandro Laporta, Antonio Romano, Ortensio Seclì, Vincenzo Vetruccio, Vittorio Zacchino. La sezione terza, Arte, storia, cultura del Mezzogiorno, è incentrata invece sulla storia del territorio, secondo la linea della prestigiosa associazione culturale che patrocina la pubblicazione, quindi con una maggiore curvatura scientifica nei saggi di P. Giovan Battista Mancarella, Pietro De Leo, Angelo D’Ambrosio, Maria Antonia Nocco, Maria Antonietta Epifani, Roberto Orlando, Sergio Fracasso, Arcangelo Salinaro, Stefano Zammit, Giacomo Filippo Cerfeda, Alberto Tanturri, Giancarlo Vallone, Antonio Brigante, Francesca Cannella, Carlo Crudo, Oronzina Greco[14]. Il libro viene presentato a Ruffano, presso il Teatro di via Paisiello (Istituto Comprensivo Statale), sabato 20 giugno 2015, davanti a un pubblico numeroso ed interessato. Dopo i saluti del Sindaco Carlo Russo e della Dirigente Scolastica Madrilena Papalato, gli interventi di Vincenzo Vetruccio, Alessandro Laporta, Gigi Montonato, Hervé A. Cavallera. Le Conclusioni sono di Mario Spedicato. La presentazione si ripete a Parabita, presso il Teatro Comunale “Carducci”, il 29 febbraio 2016. Coordinati da Flora Della Rocca, dell’Associazione “Progetto Parabita”, che organizza l’incontro, dopo i saluti del Sindaco Alfredo Cacciapaglia e dell’Assessore Sonia Cataldo, intervengono Alessandro Laporta, Vittorio Zacchino, Aldo D’Antico e Ortensio Seclì. Mario Spedicato conclude i lavori.
E veniamo al 2020 e al volume Humaniora. Scritti in memoria di Mons. Quintino Gianfreda, a cura di Alessandro Laporta. Nel contributo pubblicato all’interno di questo libro, Alessandro Laporta si occupa di un’opera poco nota di de Bernart, per quanto censita nella più volte citata Bibliografia degli scritti del maestro. Si tratta di L’epopea otrantina del 1480, una importante pagina di storia locale, che de Bernart pubblicò nei “Quaderni dell’Archivio Storico della Direzione Didattica di Taurisano”, nel 1968[15]. Questa “chicca” si rivela una ghiotta occasione per Laporta di rispolverare uno scritto “minore”, cioè poco conosciuto dell’illustre parente, ma anche di dare allo stesso la migliore destinazione possibile, ovvero quella di un libro dedicato a Mons. Quintino Gianfreda che dell’epopea d Otranto degli ottocento beati martiri ha fatto l’oggetto privilegiato dei suoi studi[16]. Sempre nel 2020 si tiene la prima edizione del premio letterario intitolato a de Bernart, organizzato
dall’Associazione Culturale “Diciottesimomeridiano” di Ruffano, con il patrocinio del Comune di Ruffano e del Comune di Parabita e con una Commissione esaminatrice di tutto rispetto, composta da Carlo Alberto Augeri, Alessandro Laporta e Daniele Sannipoli. Le premiazioni, per i settori narrativa, poesia e saggistica, avvengono il 28 dicembre 2020, in teleconferenza a causa della pandemia da covid[17]. Il nome di de Bernart continua a circolare fra gli addetti ai lavori e resta vivo nella mente e nel cuore di chi lo ha frequentato; le iniziative messe in campo in quest’anno 2023, in occasione del decennale della scomparsa, sono a confermarlo. “Nessuno muore per sempre”, e rinverdire il ricordo allevia l’assenza.
[in Tra Scuola, Ricerca e Memoria. Aldo de Bernart dieci anni dopo (2013-2023), a cura di Mario Spedicato e Paolo Vincenti, Società Storia Patria puglia-Lecce, Castiglione, Giorgiani Editore, 2023]
[1] G. Montonato, Aldo de Bernart. Scomparso a 88 anni. Un signore della cultura, storico e poeta raffinato, in «Presenza Taurisanese», Taurisano, n. 254, marzo 2013, p. 5.
[2] S. Laterza, Il nobiluomo dal cuore grande Omaggio all’amico-maestro, in «Nuovalba», Parabita, a. XIII, n.1, marzo 2013, p.1.
[3]O. Seclì, Non è più con noi, Ivi, p. 2.
[4] A. D’Antico, Ricordo di Aldo de Bernart, in «Piazza Salento», Alezio, 4-7 aprile 2013, p. 4.
[5] P. Vincenti, Aldo de Bernart, storico e poeta raffinato, in «Il Galatino», Galatina, 26 aprile 2013, p. 3.
[6] Idem, Aldo de Bernart, il buon maestro della rinascenza salentina, in «Note di Storia e Cultura Salentina. Miscellanea di studi “Mons Grazio Gianfreda”», Società di Storia Patria per la Puglia, sezione Basso Salento, Lecce, Edizioni Grifo, 2013, pp. 9-14.
[7] Idem, La figura e le opere di Aldo de Bernart- per il suo 82esimo compleanno, in Idem, Di Parabita e di Parabitani, Parabita, Il Laboratorio Editore, 2008, p. 124-138.
[8] A. de Bernart, Cenni sulla figura di Pietro Marti da Ruffano, Memorabilia n.35, Ruffano, Tipografia Inguscio e De Vitis, agosto 2012.
[9] A. Laporta, Ritratto di Aldo de Bernart, in «Anxa News», Gallipoli, n.63, maggio-giugno 2013, pp. 6-9.
[10] P. Vincenti, Aldo de Bernart. In memoria, in«NuovAlba», Parabita, a. XIII, n.2, luglio 2013, pp. 11-12.
[11] V. Zacchino, “Non omnis moriar”. Ricordo di Aldo de Bernart ad un anno dalla scomparsa, in «Presenza Taurisanese», Taurisano, n.262, marzo 2014, p.10.
[12] Aa. Vv., Luoghi della cultura e cultura dei luoghi. In memoria di Aldo de Bernart, a cura di Francesco De Paola e Giuseppe Caramuscio, Società Storia Patria Puglia sezione di Lecce, “I quaderni de L’Idomeneo”, Lecce, Grifo, 2015.
[13] M. Spedicato, Prefazione, in Luoghi della cultura, cit., pp. 7-8.
[14] Una puntuale recensione del libro a cura di M. A. Bondanese, in «Il Nostro Giornale», Supersano, n. 83, dicembre 2015, pp. 14.15.
[15] A. de Bernart, L’epopea otrantina del 1480, in “Quaderni dell’Archivio Storico della Direzione Didattica di Taurisano”, n.1, Taurisano, 1968.
[16] A. Laporta, Aldo de Bernart. L’epopea otrantina in una plaquette di 50 anni fa, in Humaniora. Scritti in memoria di Mons. Quintino Gianfreda, a cura di Alessandro Laporta, Lecce, Edizioni Grifo, 2020, pp. 85-91.
[17] M. Zezza, Nel segno di Aldo de Bernart. Un Premio per ricordare il valore della cultura, in «Il Nostro Giornale» Supersano, luglio 2021, pp. 62-63.