Una lanterna aggiunta. Romanzo. 2

di Salvatore Carachino

(continuazione)

3

Sul tavolino d’ingresso erano posate due lanterne. In lamierino giallo e della stessa forma di quelle a petrolio del passato, con un materiale plastico al posto del vetro come a proteggere la fiammella dal vento. Si poteva variare l’intensità della luce come anche sollevare all’altezza della lampadina un sistema di lamelle specchianti ed estensibili per limitare il campo di illuminazione. Sofia aveva provveduto a inserire le batterie che tutto il giorno erano state collegate a piccoli pannelli solari sul tetto a terrazza.

   Erano combinati l’ingegno tecnico, gli interessi di una azienda, la capacità di un amministratore di legare nella mente dei concittadini il ricordo del passato con le mirabilia del presente. Che poi si sa. Cuor festoso oppur triste e solitario ama far folla in un evento con caratteristiche rituali. E comunque nulla di più sorprendente del voler ricreare le sere dei nostri avi quando le città erano buie, non c’erano rumori meccanici e si sentivano solo voci del vario mondo naturale.

   Dopo aver serrato il battente del portone d’ingresso Soti volse in giro lo sguardo avvertendo una improvvisa sensazione di tranquillità e di pace. In quel tratto del crepuscolo la visione delle cose era ancora chiara ma non sarebbe sopravvenuta l’accensione dei lampioni. Nella strada chiusa al traffico i primi passanti muovevano sparsi tra marciapiedi e carreggiata. Ecco le loro lanterne dal sottile manico tenuto stretto nella mano e dondolanti al lieve movimento del braccio. Accese, non irraggiavano ancora luce intorno. Avanzò fino allo slargo fronteggiante convento e chiesa dove gruppi di palme svettavano nelle loro aiuole. Le due panchine disponibili erano occupate. Tutti sembravano bambini intenti a osservare i loro giocattoli nuovi. Li spegnevano, li riaccendevano, modificavano l’intensità e l’apertura della luce. Attraversò per portarsi sul marciapiede opposto che una bassa spalletta separava dalla scogliera e da lì vide il debole luccichio di altre lanterne alle finestre del suo caseggiato. Gli venne incontro un gruppetto di passeggiatori con i lumi penzolanti. Nel sorpassarlo un tipo gli rivolse un sonoro “buonasera” che lui non seppe se in grazia di un riconoscimento o di una nuova cortesia generata dall’assenza di frastuono e dall’annuncio della insolita festa. Realizzò che non aveva acceso la sua lanterna e provvide subito.

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