di Gianluca Virgilio
Chi sarà mai il lettore alienato, forse una nuova figura della moderna ricezione letteraria? Certamente no, questo tipo di lettore non ha così grandi ambizioni! Egli è l’uomo qualunque, mediamente acculturato, con capacità di spesa variabile, dunque una figura interclassista, uno che qualche volta si reca in libreria con l’intenzione di comprare un libro. Gli succede due o tre volte l’anno e, per l’occasione, attratto da qualche successo editoriale travolgente che lo ha raggiunto per gli infiniti canali della pubblicità, sceglie un megastore, non certo una piccola libreria, dove sa che troverà ben poco. In realtà, troverebbe anche lì il libro che ha tanto successo, ma, vuoi mettere? Un conto è prelevarlo tra i centomila libri di una grande libreria, un altro riceverlo dalle mani di un piccolo libraio all’apparenza tanto sfigato, che di sicuro presto chiuderà il suo esercizio per mancanza di clienti!
Il nostro lettore è entrato nella mega-libreria e ha avvistato subito l’ultimo capolavoro strombazzato a destra e manca: eccolo, il libro è là, impilato in diversi luoghi della grande sala, e sopra ogni pila c’è una gigantografia che reca il faccione sorridente, da uomo di successo, ma sempre un po’ pensoso, dello scrittore, perché il lettore non abbia dubbi sull’identità di chi ha scritto il libro sottostante. Il lettore vede le pile, ma temporeggia, non prende subito la sua copia. Sta attento, invece, a non urtarle, perché se crollasse una di quelle pile, i suoi simili che si aggirano nella grande sala lo guarderebbero con occhiate di biasimo e lui dovrebbe sopportare anche il tacito risentimento condito di sorrisi del gentile commesso. Una musica lo accompagna nel grande supermercato del libro – vi si comprano anche DVD, CD e altro materiale musicale e multimediale -, una musica di sottofondo persuasiva e pervasiva, mai aggressiva e invasiva.