di Antonio Errico
Tra i significati del termine competizione, i vocabolari registrano anche quello di gara, lotta, contrasto fra persone o gruppi che cercano di superarsi, di conquistare un primato. I contrari di competizione sono collaborazione, accordo, intesa.
Se non c’è dubbio che la competizione in certi casi e in certe situazioni risulti necessaria, motivante, generativa, non c’è nemmeno dubbio che in altri casi e in altre situazioni risulti necessaria, indispensabile, la collaborazione.
La conseguenza di una competizione non necessaria è il vuoto, oppure una pienezza inutile, il pugno di mosche che resta nella mano, la solitudine assoluta e senza rimedio alla fine della gara, della lotta, del contrasto.
Non saprei dire se esista un simile esito anche in relazione a una collaborazione, un accordo, un’intesa. Probabilmente no. Una collaborazione mette insieme, comporta vicinanza, reciprocità di idee; è confronto, dialogo, comprensione. Una competizione inutile separa; qualche volta strappa.
Esistono competizioni necessarie, dunque. Lo sport, per esempio, le richiede, le pretende. Eppure, anche nella competizione dello sport si verificano gesti che esprimono una collaborazione in termini di solidarietà, che antepongono il senso dell’essere a quello del vincere.