Manco p’a capa 180. Influencer

di Ferdinando Boero

Non sono influenzabile dagli influencer, anzi… no, mi influenzano, ma al contrario. Se un prodotto è molto pubblicizzato, soprattutto da un testimonial, evito accuratamente di comprarlo perché so che nel suo prezzo sono comprese le spese per farmelo piacere. Al supermercato passo in rassegna le marche e scelgo prodotti non pubblicizzati. E’ così che ho scoperto il caffè Passalacqua, un nome una garanzia per una ipotetica marca di ombrelli… però è un ottimo caffè. Di Chiara Ferragni e di Fedez non mi importa gran che, anche se la reazione inversa ai loro consigli si mitiga quando scopro che una visita di Chiara agli Uffizi fa impennare le visite al museo fiorentino. L’avranno pagata per quella visita? Sarebbe interessante saperlo. Fedez, poverino, deve avere qualche insicurezza per essersi tatuato più di un Maori o di un mafioso russo. La sua musica… non l’ho mai ascoltata, se non un pezzo che mi pare abbia fatto con Orietta Berti, un’esperienza di paleontologia musicale, con il rispolvero della Latimeria della canzone italiana.
Che Chiara e Federico (così si chiama Fedez) riescano a fare i milioni non mi dà molto fastidio. Il prezzo di una cosa si basa sulla volontà di pagare per essa da parte di chi la vuole, e se (senza compiere illeciti) trovano chi li paga, va bene così. Come va bene chi prende milioni per calciare un pallone, mentre non va bene che ai medici e agli infermieri si tagli la pensione.

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