“Autobiologografia” di Marina Giovannelli

di Carmen Gasparotto

Arrivare all’origine della propria parola, scavare fino al punto in cui la parola diventa una dimensione necessaria, intima, di memoria. Non è la prima volta che Marina Giovannelli ci conduce nell’universo del logos, che contempla e interroga le parole, che con irresistibile attrazione ci accompagna dentro alla loro provenienza e alla loro zona di mistero.

Se l’utero materno – attraverso suoni, rumori, toni, ancor prima del contenuto delle parole – è la prima culla del dialogo con l’esterno, la prima via alla comunicazione umana, Marina Giovannelli con “Autobiologografia” La passione della parola (qudulibri, 2023), svolge il racconto partendo da un sé ancora sconosciuto. Sonda e accarezza quel mondo di cui non si ha memoria, spazio del “non ricordo” fatto di tenerezze, parole sussurrate e gesti carezzevoli, odori e vibrazioni tattili. Riempie il vuoto con la letteratura, luogo in cui l’esperienza altrui aiuta a ricostruire e talvolta si fa specchio. Sarà il richiamo di Manuelito – protagonista del romanzo di Elsa Morante Aracoeli – a rievocare all’autrice, non senza invidia, suoni morbidi e materni di una “bocca ridarella”.

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