di Ferdinando Boero
Da che ho ricordo, e quindi sin dagli anni sessanta, la classe politica italiana non ha brillato per efficienza ed onestà. Con eccezioni virtuose che ognuno potrà ricordare e che, probabilmente, non coincideranno con le opinioni di tutti. Persone ritenute eccellenti da alcuni sono giudicate pessime da altri. Il fatto innegabile è che il paese è governato male e il sintomo più evidente del malgoverno è l’enorme debito pubblico che ci mette nelle mani degli usurai globali, in grado di mandare a gambe all’aria un paese. Continuiamo a fare debiti e gli interessi che dobbiamo pagare ci costringono a contrarre altri debiti, i cui interessi aumentano perché, essendo già così indebitati, non diamo buone garanzie di poter onorare gli impegni presi.
Quando si tratta di ridurre il debito, i rimedi proposti sono sempre gli stessi: aumentare le tasse, tagliare le spese e privatizzare gli asset pubblici. Ed ecco che scompare, come per incanto, un rimedio che, beffardamente, ci aveva proposto in uno spot uno dei governi passati: meno tasse per tutti. Beffardamente perché l’evasione fiscale è una delle cause del debito. Le casse dello stato si riempiono di risorse con i versamenti dei cittadini nella cassa comune. Ma moltissimi non versano, e la “cassa comune” partecipa comunque al soddisfacimento dei loro bisogni, con i soldi versati da altri.