In secondo luogo il libro è una testimonianza perché riporta, in forma diaristica, l’andamento del Covid, a livello nazionale e regionale pugliese: contagi, morti e guarigioni, ripresi da fonti autorevoli, il “Corriere della Sera” e il “Bollettino della Regione Puglia”. Registra gli accadimenti non solo relativi al Covid, ma anche della cronaca politica e culturale, come vengono vissuti e commentati dall’autore; e la narrazione si arricchisce di elementi memoriali e creativi. Stupisce come quasi insignificanti eventi naturali, tante volte visti e rivisti, provochino in ambiente nuovo emozioni nuove, come il fiorire di un melograno, e diventano luci di speranza. Ciascuno avrà vissuto in modo singolare la difficile esperienza dell’epidemia, ma tutti possono riconoscersi nello stato d’animo dell’autore, che perciò diventa il loro avatar.
Il libro è anche una proposta di “sopravvivenza” in situazioni analoghe, ove mai malauguratamente dovessero riproporsi. Fare qualcosa, nell’ozio forzato, è prioritario; non c’è niente di meglio che leggere e scrivere, ma anche esercitare una qualsiasi attività creativa: dipingere, scolpire, comporre od eseguire musica, classificare francobolli, monete, cartoline, qualcosa insomma che faccia uscire con la mente dal “chiuso”. Per non stare soli. Qualsiasi esercizio mentale produce compagnie, incontri, pensieri. L’esperienza personale dell’autore, fondamentalmente giornalistica e letteraria, nel libro spazia per tutta la sua formazione, dalle poesie scolastiche ai saggi di critica, di politica, di storia, di scienza, agli articoli di giornale. Così, a colloquio ideale con personaggi e scrittori, il libro si rivela un ottimo vademecum e leggerlo, anche nel tempo, diventa un ritorno ad un passato della propria vita. E scappa di dire: certo, allora, la scampammo proprio bella.