di Claudia Presicce
Da Vittorio Bodini, il prediletto, ad un folto gruppo di scrittori che sarebbero restati senza voce senza la sua opera ostinata di riscoperta e a tanti altri, le pagine dedicate al professore volano tra le penne più dense della letteratura, di casa nostra e oltre. Infatti per omaggiare la carriera di Antonio Lucio Giannone, che ha insegnato Letteratura italiana contemporanea all’Università del Salento ed è stato anche Prorettore dell’Area Umanistico Sociale, docenti suoi colleghi e collaboratori hanno dato vita a “Metodo e passione. Studi sulla modernità letteraria in onore di Antonio Lucio Giannone” (La scuola di Pitagora editrice) due volumi a cura di Giuseppe Bonifacino, Simone Giorgino, Carlo Santoli che raccolgono una miscellanea di saggi letterari di tanti studiosi diversi. L’opera sarà presentata oggi al rettorato a Lecce (dettagli nel box).
Professore Giannone, questo libro che le hanno dedicato, sin dal primo sguardo, restituisce l’immediatezza di un gesto di affetto, gratitudine, passione sincera per il suo lavoro: lo ha vissuto così?
“Sì, è proprio questo che mi ha fatto più piacere, questa dimostrazione d’affetto e d’amicizia di tanti colleghi e amici che hanno voluto dare un contributo scientifico alla miscellanea in mio onore con slancio sincero e disinteressato. Non me l’aspettavo proprio e di questo devo ringraziarli tutti di cuore. Nei due tomi sono presenti, oltre ad alcuni tra i più noti italianisti e contemporaneisti del nostro Paese, studiosi spagnoli, francesi, un americano, un croato, e un italiano che ha insegnato in Svezia. Con tutti ho avuto rapporti cordiali di collaborazione in diverse occasioni”.