Le scoperte della scienza e le fiabe nascono da uno stupore

di Antonio  Errico

Quando da bambino andava a letto la sera e faceva un po’ di fatica ad addormentarsi, si metteva a fantasticare sull’universo e su quanto fosse grande il paradiso. Così racconta Heino Falcke nel corso di un’intervista a Paolo Travisi per “Il Messaggero”.

La sua storia comincia da lì, da quelle sere, da quel sonno che non veniva, da quelle fantasie, da quell’immaginare trasognante, leggero.

Heino Falcke ha cinquantasette anni; è professore di Fisica Astroparticellare e Radioastronomia presso l’università Radboud di Nimega; studioso dei buchi neri; ha ricevuto il premio Balzan 2023.

Alla domanda su che cosa accadrà quando spazio e tempo finiranno, risponde che la cosa di cui ha certezza e che l’universo avrà una fine, ogni essere vivente morirà, ogni stella finirà il suo ciclo. Dice che lui, personalmente, è convinto che ci sia un’entità creatrice e che quando tutte le cose avranno una fine, si ritornerà a quell’ entità creatrice. Si tratta di un’idea che nessuna scienza ha possibilità di dimostrare, in alcun modo. Poi, però, aggiunge che tutto questo accadrà tra molto e molto tempo.

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