di Antonio Devicienti
Qui la sera continua a scendere dolce e silenziosa, generosa di ombre benigne e malinconiche.
A quest’altezza del Capo di Leuca la luce della mattinata e quindi del pomeriggio, sfolgorante ed esuberante, trascolora lentamente sfumando i celesti della grande cucina, il bianco dei muri, la compattezza dei legni.
L’ininterrotta veglia è quella dei libri negli scaffali e sulla scrivania coi calamai e la macchina per scrivere. In questa casa si continua a pensare l’ansia del dire.
Qui ogni sera gli amici ospitati negli anni della scrittura e dell’ininterrotta conversazione sembrano tornare sfiorando le maniglie delle porte sempre aperte.
Una grande casa nel Sud che guarda la linea dell’orizzonte annerirsi sulla campagna e sul paese: ci sono numeri, figure e libri – qui si vive di sobri equilibri nell’ossame della natura.
Basta qualche fetta di pane abbrustolito e un filo d’olio crudo per cena.