Un resoconto completo della sua attività scientifica può essere letto sui siti ufficiali on-line. Ma a me, in questa sede, interessa mettere in rilievo il suo aspetto umano. Nonostante la dimensione internazionale che la sua attività aveva assunto, egli è rimasto sempre legato alla sua terra. Appena poteva ritornava nel Salento o nella casa di campagna dei genitori, situata nella contrada “Cola Maria” presso Cutrofiano, o in una casetta che aveva a Galatina nei pressi della chiesa di Santa Caterina e che aveva ristrutturato tenendo conto delle più moderne esigenze ecologiche. In queste occasioni era abituale per noi incontrarci e fare qualche passeggiata lungo i viali di Villa Alighieri.
Come prova dell’attaccamento a Galatina mi piace ricordare un suo progetto che, nonostante l’impegno, non ha avuto alcun esito: quello di valorizzare le “corti”, che egli considerava (accanto ad altre manifestazioni dello stesso tipo in altri paesi) un tratto caratteristico della storia della nostra città, non solo sul piano urbanistico, ma anche su quello sociale. Per intenderci, le “corti” sono quei complessi abitativi articolati intorno ad uno spazio centrale che conteneva servizi comuni, quali ad es. le cisterne per l’approvvigionamento dell’acqua. Una sorta di condominio ante litteram. Una struttura edilizia di cui Galatina è straordinariamente ricca. Egli fece diversi tentativi per coinvolgere altri nel suo progetto, ma come si è detto, non ebbero successo.
Oggi che la sua vicenda umana si è conclusa mi piace ricordare il suo sorriso benevolo e la tenacia con cui ha affrontato tutte le vicende della sua vita.
Io ero compagno di classe e amico del fratello minore Paolo, leader studentesco, morto a 17 anni in un incidente stradale a Lecce, nel 1975. Ci frequentavamo in estate, perche’ la famiglia aveva una casetta vicino al bosco “Bardoscia”, in agro di Cutrofiano
Caro Luigi, raccontaci qualche altra cosa, non ti frenare! Saluti.