Gatto Panceri: succede a chi ci crede

Scrive tanto anche per colleghi di lui più conosciuti e blasonati e in tutti i brani v’è quella cifra stilistica ch’è sua propria. Il suo album di esordio, “Cavoli amari”, contiene tutti pezzi memorabili e così anche la sua riedizione, intitolata col nome del cantante, in cui sono inserite tracce aggiuntive. Anche il secondo album “Succede a chi ci crede” è, come dire, impeccabile per suoni, testi e melodie. Panceri utilizza frequentemente il controcanto e la seconda voce, che poi è sempre la sua, a sottolineare alcuni versi della canzone o spesso per tutta l’esecuzione. I frequenti cambi di tempo interni che fanno da contrappunto alla ripetizione, invece quasi ossessiva, del ritornello, sono il suo marchio di fabbrica agli inizi. La semplicità strofica dei brani, lungi dal rappresentare mancanza di profondità, vieppiù rimanda ad un mondo interiore ricco, variegato, che viene messo in musica attraverso una ricerca attenta delle parole da usare, poche ma significative. Gatto compone quasi per intero l’album di Giorgia “Come Thelma e Louise”(1995), scrive per Mietta molte canzoni dell’album “Cambia pelle” (1994) e compone anche Vivo per lei, per Giorgia e Andrea Bocelli, hit famosa nel mondo. Scrive ancora per Bocelli e nel 1997 pubblica l’album “Stellina”.  Nel 1999 è al Festival di Sanremo con “Dove dov’è”, brano incluso nel suo quarto album “Cercasi amore”. Nell’easy listening che caratterizza la pop music, Gatto si distingue per un’impronta particolare che non ne fa un burattino manovrato dall’industria discografica, uno schiavo del mainstream in formato nazional popolare. Tanto è vero che egli ad un certo punto si allontana dalle major e produce i propri album con un’etichetta indipendente forse per mancanza di occasioni o forse per avere maggiore libertà artistica. Poco divo (non gli si perdona solo quel deprecabile trapianto di capelli), concentrato sulla sua attività di musicista, tiene negli anni una fitta attività concertistica. Gatto Panceri rende poco omaggio alla musica americana, la sua anima è tipicamente italiana, come si conviene ad uno che è nato a Monza e vissuto a Concorezzo nella brumosa Brianza. Eh sì, “lambrusco e pop corn, non è così facile, perché prima e dopo il sogno c’è la vita da vivere”, come dice Luciano Ligabue. Coniugare coerenza al pop rock italiano e successo commerciale non deve essere stato facile per Panceri ma il Nostro non si dà per vinto. E del resto, “non dire [gatto] se non l’hai nel sacco”, no?

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