Taccuino blu 2. Pixel e lontananze

di Antonio Prete

                   Un’immagine al giorno sul display,

oggi una bianca cascata e gli uccelli

che volano leggeri nella schiuma,

ieri un’iguana ti fissava con grandi

occhi dal suo mantello verde, è la terra

con le sue meraviglie che ti saluta

al mattino se accendi il cellulare,

iceberg come angeli superbi, fughe

di dune verso un blu oltremare, aurore

boreali, albatri in volo sopra lande

di ghiaccio. Trionfo di forme, di colori.

La bellezza del mondo in pixel di luce. 

.

Ma mi distraggo, pensando alla luce  cinerea

che accerchia in queste sere la luna nuova,

al falco che saliva ieri a grandi cerchi

verso un suo centro azzurro. Poi, non so come,

mi viene in mente un fiume verde

che, svoltato il sentiero, ci apparve

un giorno a Creta nell’abbaglio dello zenit,

scorreva lento tra palme, tra papiri,

curvava tra le sabbie e se ne andava

fianco a fianco col mare lungo la riva.

.

È incerta la mia lontananza, facile a sfocarsi,

si difende come può dall’oblio,

è contenta però del suo vantaggio,

quello di starsene nascosta, vicina al respiro,

in un cantuccio tra il silenzio e la parola.

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