Nel 1970 appunto l’allora sconosciuto cantautore consegnò a Rossano la sua canzone Ho perso il conto. Si trattava della prima versione di Luci a San Siro. Ma la canzone aveva un testo inconsistente e forse era poco adatta ad una voce come quella di Rossano. Poco tempo dopo, Vecchioni, cambiando il testo, la incise nel suo primo album, Parabola, portandola al successo. Ancora oggi Luci a San Siro è uno dei cavalli di battaglia del “professore”. Ma Rossano non accese la casella esatta, si trovò nel posto giusto al momento sbagliato, incocciò la disdetta, e mancò il successo per pochissimo; se avesse cantato la seconda versione di Ho perso il conto, il suo destino sarebbe magari stato diverso. Le sue canzoni piacevano molto all’estero e infatti Rossano iniziò ad esibirsi in tutta Europa “sfondando” presso il pubblico degli emigrati italiani. Ma questo non gli bastava. Nel 1974 volò oltreoceano per una tournè negli Stati Uniti. Prese residenza a New York dove una sera del 1976 venne trovato morto nel suo appartamento. Si era impiccato. L’indagine fu chiusa in poco tempo ma negli anni successivi ci fu chi avanzò il sospetto di omicidio accusando il suo compagno di camera con cui era in lite e si evocò addirittura l’ombra della mafia italo americana. Ma a sgomberare il campo da dietrologie e tesi complottistiche alla Quarto Grado, intervenne la nipote barese Silvia Attolico. Nello smentire la storia con Edwige Fenech, la donna affermò: «lui era omosessuale e aveva anche un compagno in America. La verità è che una volta approdato a New York provò a comporre musica: gli stava ormai stretto il ruolo di mero esecutore di brani. Si impegnò nello scrivere per testi, partiture e arrangiamenti, ma nessuno gli diede credito. Una serie di rifiuti lo trascinò così in un periodo buio, aggravato dal fatto che il suo essere gay “disturbava” alcune etichette discografiche. Quando ci chiamava lo sentivamo sempre molto giù. Fu probabilmente la depressione a condurlo a compiere il drammatico gesto» (dalla Rete). Una storia di insuccesso e di disagio che portarono al cortocircuito emozionale nella mente di un giovane degli anni Settanta. Scese così l’oblio e Rossano fu presto dimenticato dalla storia della musica italiana. Aveva appena trent’anni. Era stata la delusione dunque a determinare lo scacco di Rossano, da Bari Carassi a New York sulle ali del destino.
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