Semine. Laboratorio di scrittura, a cura di Simone Giorgino 24. Miriam Petrosyan, La casa del tempo sospeso

Il romanzo è una metafora sulla crescita in cui il mondo esterno rappresenta la vita adulta, il “mondo altro” l’infanzia e la Casa l’adolescenza. Andando più a fondo nell’analisi, non posso non partire dall’ambientazione. Il luogo è descritto nei minimi dettagli: l’autrice è in realtà una fumettista e ciò è evidente perché il libro è fatto di immagini. Gli ambienti della casa – pur rimanendo fisicamente immutati – cambiano, si allargano e restringono a seconda del personaggio che sta narrando in quel momento della sua percezione influenzata a volte anche dalla propria disabilità come nel caso di Ceco. Quest’ultima viene trattata in modo delicato ed a volte toccante ma non si sfocia mai nel patetico, e sono presenti anche disabilità fisiche non evidenti o mentali (le quali vengono molto spesso dimenticate o ignorate). La disabilità è anche l’argomento trattato in modo più realistico, ed infatti anche “il Sepolcreto”, il piccolo ospedale presente a ridosso della Casa, in cui i personaggi si recano spesso, viene descritto come asettico e completamente diverso dal resto dell’istituto, quasi come non ne facesse parte. 

I personaggi e le relazioni tra essi sono il vero focus del romanzo. I protagonisti e anche i personaggi secondari sono caratterizzati molto bene e la loro personalità, il loro modo di pensare emerge sempre nelle situazioni che si trovano a vivere. La moltitudine di personaggi rende l’idea di un posto “vivo”. Tuttavia, secondo la mia opinione, ad un certo punto sono semplicemente troppi e diventa difficile anche per il lettore riuscire a gestirli al punto di dover tornare spesso indietro con la lettura. Diventa macchinoso dover affrontare, dopo più di quattrocento pagine, i capitoli in cui il punto di vista è quello di un personaggio mai incontrato prima e che non manda avanti la trama ma anzi ti introduce ancora altri personaggi, oppure i punti di vista di personaggi estremamente sopra le righe che si esprimono in maniera complessa.

In generale, il libro, nonostante i difetti e i cambi di ritmo, scorre, insinua continua curiosità nel lettore e manda un messaggio estremamente positivo sul crescere, senza però glissare sui problemi e le difficoltà del diventare adulti.

[Recensione a Miriam Petrosyan, La casa del tempo sospeso, Milano, Salani, 2009, pp. 879, euro 20.00 – ISBN:978-88-6256-528-8]

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