di Vincenzo Bianco
Nell’anno del centenario dalla nascita di Vittorio Bodini la collana «Bodiniana», edita dalla casa editrice neretina Besa, si arricchisce della sua ottava perla. In questa circostanza, celebrata da svariate iniziative in ambito accademico e non, va riconosciuto il merito ad Antonio Lucio Giannone, direttore della collana e principale studioso del poeta salentino, sulle orme di Oreste Macrì e di Donato Valli, del suo tenace “tentativo apostolico” (direbbe Contini) di un’edizione canonica delle sue opere, che mira a valorizzare nella sua poliedricità l’interprete più alto dell’anima irredenta e trasognata, sospesa e allucinata dell’estremo lembo d’Italia. Dopo un ciclo di volumi dedicati a raccolte poetiche, prose narrative, inchieste, reportages e carteggi, è la volta de Il fiore dell’amicizia, unico e incompiuto romanzo di Bodini, cronaca autobiografica di un percorso di maturazione dell’io che si rivela statico e irreale come la città entro cui si muove.
La presente edizione si direbbe animata dalla volontà di collocare il romanzo nella sfera centrale del sistema bodiniano, in quanto sostrato generativo di concetti, grumo di immagini, simboli e miti che avrebbero fecondamente infiorato le successive stagioni creative. Se poi si considera il fatto che questa prova ancora acerba e per di più accantonata dall’autore, che mai la sottopose a revisione profonda, non ha goduto in passato di una vita editoriale autonoma, l’impresa assume toni e sapore di riscatto. Infatti, l’editio princeps apparve nel 1983 all’interno del primo numero della rivista «Sud Puglia. Rassegna trimestrale della Banca Popolare Sud Puglia di Matino», corredata della penetrante introduzione di Donato Valli, che è stata riprodotta nella nuova edizione, in relazione dialetticamente complementare con la nitida prefazione di Antonio Lucio Giannone.