Semine. Laboratorio di scrittura, a cura di Simone Giorgino 22. Michele Serra, Gli sdraiati

Il problema comunicativo emerge in diversi momenti durante il perpetuo flusso di coscienza del protagonista, e si rispecchia proprio nel fatto che lo stesso testo sia carente di dialoghi, sottolineando implicitamente che ci sia spazio solo per le domande interiori e mai per le sue risposte, in quanto è venuta meno la relazione con l’unico soggetto che, forse, una risposta potrebbe provarla a dare.  

A fare da cornice all’intero romanzo vi è il desiderio che il protagonista ha di portare suo figlio presso un luogo d’infanzia a lui caro, il Colle della Nasca. Questo monte rappresenta la possibilità di un collante, grazie ad una scalata insieme a quel bizzarro diciottenne e sotto l’attenta guida paterna: dietro questa passeggiata vi è, infatti, la volontà del recupero di una genitorialità forte e trainante. Per molto tempo il giovane rifiuterà di alzarsi dal divano per sperimentare la fatica di una giornata in montagna; poi, d’improvviso, sarà il figlio a cambiare spontaneamente idea, rendendo molto felice e incredulo il narratore, il quale, però, anche in questo caso, rivelerà tutta la sua natura di genitore contemporaneo, preoccupato e travolto da pensieri confusi: «perché spingerti a tutti i costi nel mondo insicuro? Perché costringere anche te alle mie stesse prove in fin dei conti risapute, […] la paura di non farcela, di precipitare […] la sopravvalutazione delle proprie forze, la sottovalutazione della inesausta ferocia del mondo […]?» (p. 101).

L’autore-protagonista descrive, spesso con sferzante ironia, uno spaccato di vita quotidiana drammatica e attuale: le preoccupazioni di genitori che non sanno se i loro figli saranno pronti a superare gli attriti che l’esperienza gli metterà davanti, se saranno in grado di abbandonare la posizione sdraiata in favore di quella diritta per giungere, finalmente soli, sino alla cima del Colle della Nasca della propria esistenza, e quindi, verso una maturità piena e consapevole. Allo stesso tempo, però, i genitori sono pronti a far percorrere ai loro figli la scalata della loro vita in autonomia?

Gli sdraiati è un romanzo del dubbio e delle aspettative verso una realtà spesso solo intravista perché offuscata dal senso di protezione di chi ama incondizionatamente. Serra rappresenta il nuovo modello genitoriale che non si impone mai, che non batte i pugni per affermare il suo punto di vista, che pensa molto ma è bloccato nell’azione, esattamente come lo sdraiato adolescente. È l’uomo novecentesco amante dello scontro generazionale e troppo abituato a essere figlio, che si è ritrovato, da un giorno all’altro, nelle vesti di un suo  ̶  seppur amato  ̶  nemico e rifiutando un tale indegno ruolo, decide di riscrivere le regole del gioco, cambiando per sempre strategia. Sarà quella vincente?

[“Recensione a Michele Serra, Gli sdraiati, Milano, Feltrinelli, 2023, pp. 108, € 4.95 – ISBN: 978-88-07-89755-9]

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