Manco p’a capa 165. Un mare da salvaguardare

di Ferdinando Boero

Da “tecnico” che si occupa di scienze marine utilizzando risorse pubbliche (ottenute con bandi competitivi) sono al servizio del “pubblico” e, per me, il Governo è l’istituzione di riferimento.

In decenni di attività, non ho mai trovato sensibilità politica nei confronti del mare da parte di chi, di volta in volta, è stato chiamato a incarichi governativi. C’era il governo Conte 2 quando fu scritta la prima bozza del PNRR e mi stupii, leggendola, che il mare non fosse contemplato. Tanto che, grazie alla senatrice Virginia La Mura, ebbi occasione di esprimere le mie perplessità in Commissione Ambiente, suggerendo misure che furono almeno in parte inserite nella versione finale del PNRR. Chiesi anche l’istituzione di un Ministero del Mare, ma questo consiglio non fu recepito. Il Ministero è stato istituito con il governo Meloni, per armonizzare le attività dei numerosi ministeri che hanno competenze in campo marino e marittimo. A questo scopo il Forum Ambrosetti ha organizzato un convegno a Trieste dove sono stato invitato a tenere una relazione che si può trovare sul sito dedicato all’evento.

Quel che ho detto a un uditorio che comprendeva tanti ministri di destra lo avrei detto anche se nel pubblico ci fossero stati ministri di altra parte politica, visto che ho ricordato cose che tutti dimenticano. Il titolo del mio intervento era preso dal libro di un generale. No, non era Vannacci, era Sun Zu e il libro è L’arte della Guerra: E’ massima responsabilità del generale conoscere rigorosamente il terreno, che dovrà studiare quanto più a fondo possibile.

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