di Antonio Devicienti
Morire in vita e veder nascere versi bellissimi, indimenticabili. Dopo la luna e dopo i campi di tabacco, nella liscivia bollente. Le morte in Puglia siedono sulle soglie in ascolto tenendosi le mani in grembo, sassi capaci di vedere. Se nottetempo un camion passa, i suoi fari illuminano per un attimo sagome che proiettano ombre sui muri, poi torna il buio. Silenzi antichissimi si solidificano nella calce delle case del Capo di Leuca, vecchi cappelli (tra di loro anche una lobbia) attendono i propri morti. L’Inutile dei lupi mannari, di miti popolari senza riscatto, di asini dotti risorge ogni volta che un lettore si ridice questi versi. Un monaco rissoso che vola, una luna e la sua cicatrice.
Io conosco il Sud, vengo dalle sue case di calce, mia madre ha lavorato le foglie del tabacco.