di Paolino Nappi
«Il Sud ci fu padre / e nostra madre l’Europa». Questi versi di Vittorio Bodini, tratti da Dopo la luna del 1956, hanno ispirato il titolo del Convegno internazionale celebrato, in occasione del centenario della nascita, nel dicembre 2014 a Lecce e Bari e poi del ponderoso volume che ne raccoglie gli atti, pubblicato dall’editore pugliese Besa nel 2017. Come spiega il curatore Antonio Lucio Giannone nella Prefazione, sono questi, infatti, i due poli geografici, culturali, esistenziali che hanno segnato la personalità multiforme di Vittorio Bodini (Bari 1914 – Roma 1970), poeta, narratore, ispanista, traduttore, saggista militante. Eppure quella di Bodini è ancora una figura poco conosciuta e poco studiata, vittima – sottolinea ancora Giannone – di un’ingiusta “dimenticanza” dovuta certo alla morte prematura, o al fatto che una parte importante della sua opera, quella in prosa, sia rimasta a lungo dispersa in sedi editoriali di difficile accesso. Ma anche a un fraintendimento a cui non si sono sottratti nemmeno alcuni critici prestigiosi: il presunto regionalismo della produzione letteraria di questo autore, che invece, muovendo dal Sud del Sud, il suo Salento, e con un occhio di riguardo all’amata Spagna (nella quale lo scrittore passa tre anni, dal ’46 al ’49, intensi e seminali), ha saputo dialogare con il cuore stesso, con le inquietudini più urgenti della cultura europea del secondo dopoguerra. D’altronde, come ben dice Valter Leonardo Puccetti nel suo saggio, «come ogni vero artista Bodini onora la sua terra trascendendola, universalizzandone i segni» (p. 147).Per molti Bodini è stato soprattutto lo studioso del Barocco e del surrealismo spagnoli e lo straordinario traduttore, tra gli altri, di Cervantes e Lorca. Da qualche anno però, anche grazie al lavoro meritorio di uno studioso come Giannone, che in questo prosegue l’opera di chi lo ha preceduto nell’ateneo salentino (Donato Valli e Mario Marti, in primis), iniziative di ricerca (svolte anche intorno al ricco Archivio Bodini conservato presso quella stessa università) e proposte editoriali, non solo accademiche – la collana dedicata “Bodiniana”, in cui è inserito questo volume –, si propongono di ricollocare lo scrittore leccese nella posizione che gli spetta, di diritto, nel panorama letterario del Novecento italiano, e dunque europeo.