di Jurij Nikolaevič Tynjanov
(continuazione)
11
L’aiutante dell’imperatore era un uomo astuto, perciò non disse a nessuno del sottotenente Kižé e della sua buona stella. Lui, come ogni altro, aveva dei nemici. Raccontò, quindi, a qualcuno soltanto che l’uomo che aveva gridato «Guardie!», era stato individuato.
Ciò ebbe uno strano effetto e suscitò scalpore nella metà del palazzo abitata dalle donne.
Al palazzo, con le sue colonne superiori tanto sottili da sembrare delle dita sopra un clavicembalo, costruito da Cameron, furono annesse alla facciata due ali tondeggianti, alla maniera delle zampe di un gatto che sta giocando con un topolino. Una delle ali occupava una nubile dama d’onore di corte, Nelidova, con il suo personale.
Spesso Pavel Petrovič, passando con aria colpevole un cordone di guardie, si avviava verso quell’ala, ed una volta le sentinelle videro perfino come l’imperatore usciva da lì frettolosamente con la parrucca spostata da un lato, e all’inseguimento suo, sopra la testa, gli volava una scarpa da donna.
Nelidova, pur essendo soltanto una dama d’onore di corte, lei stessa aveva le dame d’onore al suo seguito.
E, quando sino nell’ala delle donne arrivò la notizia che l’uomo che aveva gridato «Guardie!» era stato trovato, una delle dame d’onore di Nelidova ebbe un breve svenimento.
Anche lei, come Nelidova, era riccioluta ed esile, come una pastorella.