di
Lino De Matteis
Quando lo scienziato salentino Cosimo De Giorgi scomparve, nel 1922, non ebbe il tempo di vedere smembrata la storica Terra d’Otranto, che aveva raccontato nella sua opera principale “Provincia di Lecce – Bozzetti di viaggio”, che allora comprendeva le tre province di Brindisi, Lecce e Taranto. Nove mesi dopo la sua morte, infatti, il 2 settembre 1923, su richiesta del presidente del consiglio Benito Mussolini, il re Vittorio Emanuela III firmava il decreto n. 1911 con cui disponeva, per distacco dell’intero comprensorio di Lecce, la creazione della “Provincia dello Jonio” con capoluogo Taranto. Dal 1934, la Provincia si trasferì nell’attuale sede del Palazzo del Governo, e, dal 28 aprile 1951, con decreto del Presidente della Repubblica, Luigi Einaudi, ha assunto il nome di “Provincia di Taranto”.
La nuova provincia non fu solo il risultato della volontà di un più stretto controllo politico del territorio da parte del regime fascista, ma rispondeva anche ad un’esigenza reale di crescita dell’area ionica, a cui stava sempre più stretto il ruolo di circondario di Lecce. Con la costruzione dell’Arsenale Militare Marittimo, decisa nel 1882, il porto ionico aveva assunto una straordinaria importanza nell’ottica del principio fascista della proiezione marittima dello Stato italiano, che guardava con interesse alla colonizzazione dell’Africa settentrionale. Con la nuova Provincia, Taranto diventava anche sede dell’Alto Comando dello Jonio e del basso Adriatico, nonché Dipartimento marittimo con arsenale e cantieri navali.