di Antonio Devicienti
Troppe luci a violentare la notte. Troppo rumore di motori, del friggere delle insegne accese, del lampeggiare dei semafori.
Lo spegnersi del giorno, il suo trapassare nel buio viene impedito e rifiutato, l’artificiale, immonda frenesia delle (troppe) luci snatura la notte.
Riandare con la memoria e con il desiderio a segmenti di costa o di campagna immersi nel buio, soltanto la luna e stelle finalmente visibili nel cielo: scrivere con lo sguardo quello che, la luce del sole ritornata, sarà possibile tracciare, a penna, sul foglio bianco – il nero increspato, policromo e marezzato della notte, il bianco ondoso, ombreggiato e picchiettato del foglio di carta.