In Cina i tesori archeologici di Puglia

Alle ricchezze che, da millenni, offrono i mari e le terre di Puglia sono dunque collegate le divinità del pantheon greco e romano, come suggerisce anche il titolo della Mostra: «I doni degli dei. L’Apulia felix tra greci, indigeni e romani».

A ben riflettere, la stessa sfida della Mostra era stata affrontata, quasi tremila anni fa, dai coloni ellenici di Taras, quando avevano iniziato ad avere relazioni con le genti indigene della Puglia, i dauni del nord, i peuceti del centro, e infine i messapi, insediati sino all’estremità della penisola salentina. E questi contatti erano iniziati sul mare dove, sia i greci che gli indigeni, riconoscevano la potenza di una divinità maschile, Poseidon o, per i messapi, Batios, capace di domare la forza delle tempeste e di assicurare una navigazione sicura per raggiungere porti ed approdi tra Ionio e Adriatico. E per condividere i bisogni primari dell’alimentazione, Demetra, anzi Damatra come veniva chiamata nel dialetto dorico – tarantino, assicurava la fertilità dei campi e la produzione di cereali, come anche la fecondità di uomini e animali. Greci e indigeni ne riconoscevano la centralità nei rituali di offerta delle primizie e nei sacrifici degli animali, come i maialini, particolarmente graditi alla dea.

Così, nella Mostra di Nanchino, la figura di Demetra permette di raccontare il ruolo che l’agricoltura ha svolto nella nostra storia, sino ad oggi, quando il pane di Altamura ha fama che valica i confini regionali e i nostri pastifici esportano in tutto il mondo. Una dea propizia al prosperare di greggi ed armenti, ancor oggi che i prodotti dei caseifici pugliesi rappresentano un marchio di qualità assoluta.

Dagli oliveti, che ancora resistono all’attacco di virus esotici, a dire il vero nell’indifferenza di chi potrebbe intervenire, e dal nostro olio, parte il racconto su un’altra divinità centrale nel mondo antico, Atena, la dea che guida gli uomini nei percorsi del sapere e che, sempre seguita dalla civetta, è capace di vedere nel buio dell’ignoranza. Dall’alto dei promontori la dea suggeriva la rotta ai marinai, che così erano in grado di interpretare i moti delle stelle, la direzione dei venti e il corso delle correnti marine e permetteva che, una volta approdati, sotto la sua egida, potessero sviluppare, con genti di altra cultura e lingua, rapporti non di conflitto ma di interazione. Con questa modalità Atena interveniva nelle vicende umane dalla rocca di Castro e la statua colossale, alta di più di tre metri, rinvenuta negli scavi recenti, fa bella mostra di sé a Nanchino, ad evocare le vicende dell’eroe Enea, sbarcato su queste coste del capo di Leuca, reduce dall’incendio di Troia, alla ricerca di una nuova terra, dove i suoi discendenti avrebbero fondato l’impero di Roma.

Cosi, nella terra del Primitivo e del Negramaro, non poteva mancare Dioniso, con la ricchezza delle rappresentazioni sui vasi, come i crateri e le coppe che servivano alla gioiosa pratica del banchetto tra i suoi adepti, in radicale opposizione alle leggi che invece regolano la dimensione agraria di Demetra: con il dio si accompagnano infatti strani personaggi dai corpi animaleschi, con zampe caprine e corna sottili, vecchi sileni coperti di peli come arieti, e infine fanciulle dalle lunghe vesti, abbandonate all’estasi della danza, come la pizzica delle tarantate.

L’elegante e raffinato allestimento realizzato dagli architetti cinesi ha l’azzurro come colore di fondo e probabilmente allude al colore dei nostri mari, e si avvale di ampie vetrine in cui ogni oggetto ha un suo spazio che permette di apprezzare anche i più piccoli dettagli.

Con una fortunata coincidenza, la Mostra di Nanchino si apre negli stessi giorni in cui la Regione Puglia pubblica il bando “Smart-In”, per finanziare progetti di valorizzazione del patrimonio archeologico pugliese: un bel segnale, da parte della Regione, di attenzione ai nostri tesori del passato. E’ giunto ora il momento di pensare alla fitta maglia dei Musei locali, con un intervento strategico complessivo che permetta un  effettivo rilancio di un’importante realtà culturale, troppo a lungo trascurata. Un Bando a sostegno dei Comuni, che non riescono spesso a gestire adeguatamente le loro realtà museali, scritto magari all’insegna della semplificazione burocratica, sempre apprezzata da cittadini, amministratori e studiosi.

[“La Repubblica BARI” del 5 agosto 2023]

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