di Ferdinando Boero
Da zoologo non posso non far notare che il 12 agosto celebra la giornata contro la crudeltà sugli animali. Francesco, in Laudato Si’, ci incoraggia a non avere empatia solo per poche specie animali: “Probabilmente ci turba venire a conoscenza dell’estinzione di un mammifero o di un volatile, per la loro maggiore visibilità. Ma per il buon funzionamento degli ecosistemi sono necessari anche i funghi, le alghe, i vermi, i piccoli insetti, i rettili e l’innumerevole varietà di microorganismi.” Se pensiamo alla crudeltà contro gli animali ci vengono in mente i sadici che infieriscono su cani e gatti, oppure le corride o i lager in cui sono tenuti i poveri animali che mangiamo. Il fois gras tanto amato dai francesi deriva da pratiche abominevoli compiute sulle oche.
Tutto vero, tutto da condannare e non solo in una giornata. Ma, seguendo Francesco, non posso non pensare alle conseguenze del nostro agire animali meno popolari. Il 70 per cento della superficie del pianeta è coperta dall’oceano e, oltre al fango delle piane abissali, il mare profondo è ricco di materiali come il manganese, il cobalto, il nichel, e il petrolio. L’estrazione mineraria nel mare profondo (deep sea mining) è sempre più diffusa e viene praticata da enormi macchinari che devastano i fondali, come avviene a terra nelle miniere a cielo aperto. L’estrazione mineraria nel mare profondo ha enormi impatti sugli animali degli abissi e, secondo me, le sue conseguenze rientrano nelle celebrazioni del 12 agosto.
Nelle profondità marine non ci sono piante e alghe, ci sono solo animali e microorganismi come i batteri e gli archea.