Tassare le banche: un boomerang per imprese e famiglie

di Guglielmo Forges Davanzati

Nella cultura dell’estrema Destra, le crisi economiche trovano la loro spiegazione nel complotto giudaico-massonico, ordito da ebrei. Nei sistemi capitalistici maturi, ciò passa per l’attività bancaria. Periodicamente questo tema emerge nelle proposte di quella parte politica e difficilmente riesce a trovare una qualche forma di razionalizzazione nella teoria economica. Gli utili delle banche sono aumentati per effetto dell’aumento dei tassi di interesse da parte della BCE.

La recente decisione di aumentare la tassazione sugli utili bancari sembra iscriversi in questa tradizione di pensiero, dal momento che non trova fondamento scientifico in ambito economico e risente per conseguenza del solo bias ideologico. Ciò per i seguenti motivi.

1) Agli studenti delle lauree triennali di Economia, si insegna, infatti, che esite un effetto denominato traslazione dell’imposta, in base al quale se aumentano le tasse su una data attività produttiva, vi è il rischio che i prezzi aumentino, se quella attività non viene svolta in regime di concorrenza. L’aumento della tassazione degli utili bancari può, per conseguenza, generare un aumento dei tassi di interesse, con effetti di segno negativo sugli investimenti, sulla domanda di mutui e sull’onere dei mutui a tassi variabili già contratti. L’evidenza empirica mostra che, negli ultimi decenni, il sistema bancario ha subito una rilevante ondata di acquisizione e fusioni, generando un aumento del grado di concentrazione. Esistono poche imprese che possono facilmente accordarsi.

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