di Ferdinando Boero
L’Atlantico non è mai stato così caldo, ci dicono recentissimi articoli pubblicati su prestigiose riviste scientifiche, e lo stesso vale per il Mediterraneo: bene, sarà più piacevole farci il bagno, e la stagione estiva durerà più a lungo. Magra consolazione. Per comprendere il significato di questo fenomeno occorre sapere come funziona l’oceano globale e, visto l’analfabetismo scientifico che ci caratterizza, temo che siano in pochi a saperlo (chi lo sa già può smettere di leggere). Una grande corrente connette tutti gli oceani in un unico oceano: il grande nastro trasportatore oceanico, innescato dalla formazione di ghiaccio ai poli. Al polo nord, il sale dell’acqua marina che gela rimane nell’acqua liquida sotto al ghiaccio galleggiante e la rende molto salata, oltre che fredda. L’alta salinità e la bassa temperatura la rendono molto densa e la fanno affondare: le acque artiche superficiali, ricche di ossigeno, scendono negli abissi dell’Atlantico e arrivano al polo sud, dove altra acqua affonda per la formazione di ghiaccio antartico, e si forma una corrente profonda che gira attorno all’Antartide. Un ramo di questa corrente va verso l’Oceano Indiano, un altro verso il Pacifico; entrambi risalgono in superficie, si scaldano e tornano verso l’Antartide, e da lì risalgono l’Atlantico, sempre in superficie, arrivando al polo nord, chiudendo il grande nastro trasportatore che, innescato dal freddo, condiziona gli ecosistemi planetari. Oceano e atmosfera sono connessi. Ad esempio, l’ultima parte del grande nastro trasportatore, quella che dal golfo del Messico arriva fin in Europa, mitiga il clima del nostro continente.