di Noemi Mosca
É raro avvertire intorno a sé i contorni indefiniti di un sogno durante la lettura di un romanzo, tuttavia Daniel Pennac riesce nell’impresa con La legge del sognatore.
Lo scrittore (Casablanca, 1944), vive un’infanzia divisa tra Africa, sud-est asiatico ed Europa, riesce a superare iniziali difficoltà di apprendimento dovute alla sua dislessia fino al conseguimento della laurea in lettere all’Università di Nizza. Insegnante e scrittore, raggiunge la fama con la stesura del ciclo di Malaussène, serie di romanzi gialli caratterizzati dal sottotono ironico delle incredibili avventure a cui i personaggi vanno sempre incontro.
Lo stesso elemento incredibile segna anche il romanzo La legge del sognatore, una delle opere che vedono lo stesso Pennac come protagonista.
Ancora svegli nella cameretta di una casa del Vercors, due bambini (il Daniel-personaggio e l’amico Louis) discutono a lume di candela sulla liquidità della luce o sull’elettricità idroelettrica. Unico spettatore delle loro fantasiose dissertazioni è un disegno di Federico Fellini appeso alla parete.