Manco p’a capa 158. Che cos’è l’ambientalismo ideologico

di Ferdinando Boero

La scienza opera con due semplici passi: identifica l’ignoranza, e cerca di ridurla. Prendiamo la domanda cosmica: da dove veniamo? Un tempo le risposte erano del tipo: una divinità modella il fango, gli dà la vita col suo soffio, ed eccoci qua. Charles Darwin, comparando la nostra anatomia con quella delle altre scimmie antropoidi, propose che la nostra specie abbia avuto origine da antenati scimmieschi. Non deriviamo dalle scimmie attuali, ma abbiamo un antenato comune molto vicino a loro: sono nostri fratelli, non i nostri genitori. La genetica conferma la risposta: la stragrande maggioranza dei geni umani è in comune con quelli degli scimpanzé. Molti geni sono in comune con altre scimmie, e le affinità genetiche si riducono man mano che si passa a uccelli e rettili, per non parlare di lumache e meduse. Alcuni geni sono condivisi con tutti gli animali: deriviamo tutti da un antenato comune e possiamo andare indietro nella storia della vita e vedere che tutti i viventi condividono discendenza comune. La vita ha avuto un’origine singola.
La scienza ha ridotto l’ignoranza sull’origine delle specie e dell’uomo, aumentando la nostra conoscenza. La scienza si basa su prove fattuali, la teoria dell’evoluzione non è una mera ipotesi, è una costruzione teorica basata su prove comparative e sperimentali. Dato che i meccanismi dell’evoluzione sono molti, la teoria è stata arricchita con nuove scoperte. Se si dimostrasse scientificamente che la nostra specie deriva dal soffio divino nel fango inerte… tutti gli scienziati cambierebbero idea. Però va dimostrato, non basta dire che è scritto in un antico libro lasciato in una grotta… tanto tempo fa.

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