Trasmissioni radio 6. Opus tessellatum hydruntinum

di Antonio Devicienti

L’unicorno e la stella, il monaco forse accovacciato: la tradizione vi scorge l’autoritratto del monaco Pantaleone di Otranto – mi piace pensare il monaco inginocchiato per terra mentre posa le ultime tessere che completano la figura dell’unicorno, autoritratto del farsi dell’opera (hoc opus fieri per manus Pantaleonis presbyteri recita una delle iscrizioni ancora leggibili nel mosaico) – non cerco qui significati simbolici o esoterici né nell’immagine dell’unicorno, né nella stella, ma mi piace immaginare Otranto fuori e tutt’intorno alla Cattedrale, i mosaicisti al lavoro all’interno, all’esterno l’andirivieni di gente e di commerci, il mormorio della preghiera dentro lo spazio chiuso mentre procede il lavoro, la mattinata che sale nel cielo della città e sul mare, la luminosa penombra all’interno dell’edificio, il lieve martellare per sagomare le tessere, il sommesso strofinio per lucidarle, smussarle.

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