Semine. Laboratorio di scrittura, a cura di Simone Giorgino 9. Daniel Keyes, Una stanza piena di gente

di Gioele Cugino

Daniel Keyes (1927-2014) è stato un autore di fantascienza statunitense, principalmente noto per il suo racconto Fiori per Algernon (1959), vincitore del Premio Hugo nel 1960. L’opera è stata scritta dopo la laurea in Psicologia e Letteratura anglo-americana, che ha portato l’autore a insegnare a ragazzi con difficoltà di apprendimento. L’insegnamento ha portato Keyes a trattare nelle sue opere tematiche a sfondo psicologico e così, a partire dagli anni Ottanta, si è dedicato alla stesura di Una stanza piena di gente con la quale ha ottenuto una nomination al prestigioso Edgard Award.  

L’opera si presenta come «un viaggio unico e incomparabile nella mente umana», l’autore ripercorre la vita di Billy Milligan, criminale statunitense affetto da disturbo dissociativo dell’identità. Il libro è strutturato sui colloqui che Keyes intraprende con Billy, all’interno dei quali l’uomo descrive i suoi ricordi in maniera frammentata. Le prime diagnosi mediche mettono in dubbio la veridicità clinica di Billy ma col tempo le opinioni mediche cambiano perché ci si rende conto del grave disturbo di cui l’uomo è affetto. Uno dei medici specializzati afferma che Billy «soffre di un importante perdita di identità, al punto che i confini del suo io sono molto labili» (p. 45).

Nel corso della lettura si comprenderanno alcuni motivi scatenanti dell’alterazione psicologica di Billy, ad esempio il suicidio del padre a cui dovette assistere in tenera età, oppure i continui abusi da parte del patrigno. Infatti, Billy afferma che «si sentiva perforato dallo sguardo di Chalmer» (p. 214). Tra gli abusi troviamo l’essere seppellito vivo con una cannuccia in bocca per respirare mentre il patrigno gli urina in faccia prima di disseppellirlo, oppure tutti gli abusi sessuali a cui è stato sottoposto nella fattoria del patrigno.

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