di Antonio Devicienti
Nel tempo apparentemente sterile si prepara il tempo fecondo della scrittura e nell’imprevedibilità di entrambi il pensiero ha accensioni di studio e d’attesa: la scrittura nasce dallo studio e dall’attesa.
Non resuscito il fantasma ridicolo dell’ispirazione, ma coltivo la pazienza e l’umiltà dell’apprendistato, del mestiere, dell’osservazione.
Per variabili anche impreviste e per aggiustamenti, per inciampi del senso e bilanciamento delle parti, addentrandosi nel buio del linguaggio, per ambiguità e ambagi, andando, sempre andando, cassando con decisione ogni metafisica, ogni misticismo, cercando la lucidità proprio attraversando l’incerto e l’enigma.
Nel tempo apparentemente sterile l’immersione nel reale conduce a vedere: scrittura è sguardo che vuol farsi sonda acuminata nel reale mercantile e inafferrabile.