Manco p’ a capa 155. Non basta la conversione ecologica, abbiamo bisogno di una conversione antropologica

di Ferdinando Boero

Sono stato a Marsiglia, alla prima tappa del viaggio attorno al mondo dell’Amerigo Vespucci. Sul cassero, a poppa, otto pannelli di Marevivo e Fondazione Dohrn illustrano i principi della sostenibilità marina e della transizione ecologica. La Marina Militare ha accettato con entusiasmo di ospitare la mostra anche sulla nave Palinuro, un altro magnifico veliero. Ho fatto una serie di lezioni ai cadetti, a Venezia, La Spezia e Livorno, per fornire le conoscenze necessarie per spiegare la mostra ai visitatori che saliranno a bordo nelle tappe dei viaggi delle due navi. Il ministero dell’Ambiente e il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale hanno sostenuto l’iniziativa e l’Istituto italiano di Cultura a Marsiglia ha organizzato una conferenza congiunta: assieme a me ha parlato Charles François Boudouresque, un gigante della biologia marina francese, e mondiale.
Abbiamo tante cose in comune con i francesi, ma non la tendenza alla ribellione. L’uccisione di Nahel a un posto di blocco ha causato rivolte e Marsiglia ne mostra le tracce. Negozi incendiati, vetrine sfondate, coperte con tavole di legno a protezione contro gesti vandalici. Conosco bene Marsiglia e mi piace camminare per le sue strade. Dopo la conferenza, e una cena in un localino che sembra un quadro impressionista, volevo tornarmene a piedi, verso il porto vecchio, ma tutti mi han detto di non farlo: è pericoloso dopo il tramonto.

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