di Antonio Devicienti
Quando cominciano la letteratura e la sua fascinazione, il suo potere ipnotico, la sua irrinunciabile presenza? Quando comincia la letteratura? E dove?
Essa comincia sempre, ogni volta che una pagina aperta diventa accesso a un labirinto che è poi accesso a un altro labirinto che è a sua volta accesso a un altro labirinto…
La letteratura inizia quando sale verso la Porta dei Leoni di Micene o quando sente il bronzo delle Porte Scee stridere nell’aprirsi: è proprio in quel momento ch’essa si conferma più vitale e più nutriente che mai.
Non dico “letteratura” per dire “erudizione, apparato editoriale e/o culturale, esibizionismo, estetismo” – dico “letteratura” così come la intende, per esempio, Hélène Cixous: un grido per la vita e contro la morte, tutte quelle pagine che amiamo, che frequentiamo, che viviamo immergendole nei nostri giorni, trovandole e ritrovandole veritiere proprio perché bagnate nel tempo dei nostri giorni.
Ecco, per esempio: il grido di dolore delle cinque della sera in morte di un toreador e la parola-fatta-enigma “Pallaksch”; oltre la sintassi il puro suono “pallaksch” si fa soglia, sguardo sul Neckar, attesa – ascolto.