Profilo di Aldo De Jaco (Seconda parte)

di Antonio Lucio Giannone

Due anni dopo Le domeniche di Napoli, De Jaco pubblicò, con gli Editori Riuniti, La città insorge, un’appassionata cronaca dei giorni che videro il popolo napoletano ribellarsi alla violenza nazista (le famose “quattro giornate di Napoli”). Proprio di questo libro egli ha pubblicato, nel 1995, una edizione ampliata, con nuovi documenti e interviste, presso l’editore Monteleone di Vibo Valentia. La città insorge è il primo di una lunga serie di volumi in cui lo scrittore ha rivisitato criticamente aspetti e momenti della storia italiana. Ricordo soltanto alcuni titoli: innanzitutto i cinque volumi dell’Antistoria dell’Italia unita, usciti sempre presso gli Editori Riuniti: Il brigantaggio meridionale (1969), Antistoria di Roma capitale (1970), Gli anarchici (1971), Di mal d’Africa si muore (1972), I socialisti (1974); e ancora Napoli (monarchica, milionaria, repubblicana) (Roma, Newton Compton, 1982), I cinque anni che cambiarono l’Italia (Roma, Newton Compton, 1985). “Antistoria” l’ha chiamata lui stesso, perché questa ricerca ha permesso a De Jaco di scoprire spesso una storia diversa, alternativa a quella “ufficiale” che viene raccontata nei libri di testo.

Ma ritorniamo a parlare del narratore, che è l’aspetto che più ci interessa in questa sede. Nel 1959 esce il suo secondo libro di narrativa presso l’editore Mondadori, Una settimana eccezionale. Anche in questa occasione i padrini dell’operazione furono Calvino e Vittorini, che si rivelano, al solito, lettori attentissimi e “disinteressati”. Nelle loro lettere, infatti, colpisce il fatto non ci sia il minimo accenno al mercato, a esigenze commerciali, come succede purtroppo oggi, ma entra in gioco soltanto il gusto letterario dei due. Calvino è entusiasta del primo racconto, anche se nota un certo limite nella rappresentazione della realtà, che a suo avviso risultava un po’ semplificata. Vittorini apprezza il primo e poi anche gli altri racconti inviatigli ma non manca anche stavolta, senza grande successo, di suggerire all’autore alcune modifiche. De Jaco accetta soltanto il consiglio di raccogliere nel libro tre racconti lunghi, tralasciando altri testi più brevi. Alla fine, non essendo stato possibile pubblicare il libro nella collana “I gettoni”, dove erano in lista d’attesa già numerosi titoli, Vittorini lo passa alla Mondadori.

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