di Paolo Miceli
Gianni Bosio e Clara Longhini, entrambi mantovani di origine ma anime nomadi sin dalla giovinezza, si sposano nel 1967 e portano avanti un intenso lavoro di ricerca sino alla morte di lui nel 1971. È da questo sodalizio personale e intellettuale che viene alla luce il volume 1968. Una ricerca in Salento. Bosio ha alle spalle un passato da militante partigiano e da socialista, oltre che da editore attento soprattutto al mondo popolare e al movimento operaio in ogni sua declinazione. Due tappe cruciali nel suo percorso editoriale e di ricerca sono rappresentate dalla (ri)fondazione, assieme ad alcuni colleghi, delle Edizioni Avanti! poi soprannominate Edizioni del Gallo, nonché dalla creazione dell’Istituto Ernesto de Martino con lo scopo di promuovere la conoscenza delle realtà popolari d’Italia a partire da una nutrita documentazione sonora. Da parte sua, la Longhini, dopo un’esperienza lavorativa da contabile, viene introdotta alle Edizioni Avanti! nel 1961 e contemporaneamente si avvicina all’attività fotografica privilegiando come soggetti le realtà contadine e urbane. Segue la collaborazione col marito Gianni Bosio e, dalla morte di lui, un costante impegno per l’Istituto Ernesto de Martino, al quale continua a dedicarsi ancora oggi.
1968. Una ricerca in Salento è un ampio volume che costituisce il resoconto del viaggio di ricerca dei due coniugi alla scoperta della tradizione musicale delle classi popolari salentine al tramonto degli anni Sessanta. L’opera è composta da ben sei parti. In ordine di comparsa troviamo: delle brevi riflessioni a carattere introduttivo; il diario di viaggio scritto dalla Longhini; una sua collezione di fotografie; i versi dei testi popolari raccolti durante la ricerca e la loro traduzione; alcune osservazioni di tipo musicologico attorno ai canti, accompagnate da esempi musicali riportati su pentagramma; altre riflessioni di autori vari, a carattere conclusivo, che chiudono l’opera. A queste sei parti si aggiungono i tre cd allegati al volume, contenenti le tracce che Bosio e la Longhini riuscirono a imprimere sul nastro magnetico durante i venti giorni della loro ricerca sul campo.