di Antonio Errico
Tra il sapere e la vita c’è una somiglianza straordinaria. Se non è così, il sapere è solo un artificio.
Nella vita ci sono cose essenziali e cose superflue, cose profonde e cose superficiali, certi fatti che hanno un senso assoluto e certi altri che ne hanno uno relativo o che non ne hanno proprio nessuno.
Nella vita ci sono cose entusiasmanti e cose noiose, cose interessanti e altre che non suscitano alcun interesse, cose che affascinano e altre che annoiano.
Eppure, nella vita, in ogni giorno della vita, ci confrontiamo con tutto quello che è essenziale e con tutto quello che è superfluo, con quello che ci piace e che non ci piace per niente, con l’indispensabile e con la vacuità, con la bellezza e il suo contrario, con quello che ci entusiasma e quello che ci annoia.
Anche per il sapere è così. E’ fatto di sostanza e del suo contrario. Di consistenza e del suo contrario. Di passione e di fastidio. Ma a nessuna di queste condizioni si può rinunciare. Perché in fondo non si rinuncia, spesso perché non si può, a nessun istante, nessuna occasione, nessuna esperienza della vita. Quale che sia. Leggera o pesante che sia. Al tempo bello e a quello brutto.