La narrazione procede assumendo sfumature gialle e noir che contribuiscono ad acuire la curiosità e l’attesa. La galleria di personaggi che si muovono con sicura baldanza in un mondo che oscilla tra realtà, situazioni paradossali e parentesi oniriche offre una grande varietà di tipi “disarcionati”, resi vivi dalla brillante penna di Paolo.
La bella Irene, disposta a concedersi senza ripensamenti a chi può esserle utile è un esempio di cupo cinismo molto comune tra i giovani e sa mettere a dura prova la debole virtù del professor Abramo Panebianco, uomo di scienza, dopo aver aspirato a diventare pastore di anime come il parroco don Roberto. La fanciulla “cerca di far proprio il motto “vivere ardendo e non sentire il male” dell’amata poetessa cortigiana Gaspare Stampa. L’illustre cattedratico Panebianco, passato dalla crisi mistica all’ateismo dichiarato, refrattario al legame matrimoniale, pratica in modo ossessivo il suo amore per le “cattive ragazze”. Come uomo di scienza “ribadisce la propria contrarietà ad ogni ipotesi di fenomeni paranormali” in riferimento ai misteriosi delitti che sconvolgono la città. Anomala e sgangherata la famiglia di Irene, in cui l’unico componente ragionevole appare il cane Edgardo, deciso a candidarsi alle elezioni politiche.
Il parroco don Roberto Guccione, assiduo frequentatore del Caffè Barbarino, coinvolto in morbose relazioni di cui si mormora in paese, quando è rinchiuso nel suo ufficio “pregusta piacevoli sollazzi”.
Il becco Lele e l’illustre scienziato Michele Morbio sono al centro di storie truculente adatte a chi è forte di stomaco.
Lascio al lettore il piacere della scoperta di vizi e virtù dei tanti altri che animano la narrazione.
Nell’intreccio tra cultura classica e musica che caratterizza la trama con i suoi richiami più o meno scoperti agli antichi autori classici e a cantautori e cantanti torna ossessivamente il motivo delle Metamorfosi. Ciò sottolinea l’interesse dell’autore nei confronti della transitorietà e del cambiamento, elementi che caratterizzano la condizione esistenziale. Già presente nelle altre opere, la profonda conoscenza del mondo classico di Paolo Vincenti emerge con frequenza come un fiume carsico anche in quest’ ultimo interessante, impegnativo e apprezzato lavoro.