Un giorno il foglio e la penna, il computer… È il romanzo di esordio Il professore di lettere Luigi De Santis del 2006. Riscritto e ripubblicato da QuiEdit Vr nel 2018 come Professor De Santis. Nelle sequenze narrative non potevano non ripresentarsi i grandi classici letti e commentati con gli studenti. Ecco, per citare, il Cechov de La signora col cagnolino, il Mann de I Buddenbrok, con le celeberrime pagine di Hanno B. a scuola, e poi Dante, Leopardi, Luzi, il Calvino de Il cavaliere inesistente. Le riflessioni su Gramsci e sull’intellettuale organico.
Nelle opere successive assistiamo allo svolgersi approfondito e in modulazioni diverse di quei temi con lontane radici. Tranne in Clara Weber, storia veronese, le altre opere hanno lunghe sezioni ambientate in terra salentina e pervase di nostalgia. La narrazione è concentrata su un ragionare filosofico che si esprime in coloritura drammatica come in allegra vivacità, in tono ironico come in malinconia. L’orchestrazione classica del racconto vede pochi e ben definiti personaggi in uno sviluppo lineare della trama, teatrale, mai ondivago. In continuità con l’esperienza scolastica è sempre in primo piano la formazione intellettuale dei personaggi, conclusa o in divenire. Ogni romanzo è connotato da singolare originalità costruttiva. In Una lanterna aggiunta e in Allegra e le 96 tesi troviamo racconto e testo teatrale; in Professor De Santis i capitoli con focalizzazione interna fissa cedono alla voce diretta del protagonista; in Clara Weber un evento storico si intreccia con l’immaginario di una compagnia teatrale impegnata a tradurlo in recita.
Professor De Santis, 2018. Il giovane Luigi De Santis, docente di lettere in un istituto tecnico di Verona, accompagnando in Salento la sua classe quinta, rivede la sua terra d’origine. Nel clima festoso e vivace tipico dell’extra scuola la studentessa Milena, mossa ad atteggiamenti seduttivi verso il professore, risveglia in lui il ricordo di Luisa, compagna di università e figura di senso. La storia della travagliata formazione del personaggio De Santis è collocata a Milano negli ultimi decenni del secolo, quando ormai il mondo accademico davanti alla globalizzazione delle tecniche si chiudeva in stanchi miti ed il paese assisteva ad un pericoloso conflitto sociale che avrebbe condizionato le generazioni future. Tema che realizza l’unità narrativa è il viaggio. Viaggio come rinnovamento, estasi, ma anche gioia-dolore del ritorno. Il professore è consapevole di essere per Milena punto di riferimento intellettuale e nel contempo oggetto, verosimilmente non unico, di prime prove di seduzione. Nel conflitto tra razionalità e passione la lucidità è soccorsa dalla memoria di una giovinezza difficile, mentre il desiderio è alimentato in modo devastante dalle esperienze con il gruppo classe, dal vissuto in spazi aperti. I capitoli che raccontano l’avventura salentina, destinata a prolungarsi nella città scaligera, si alternano con quelli della memoria. Le due storie, inizialmente estranee e distanti, andranno via via messe a specchio nel finale. Una riflessione sull’esperienza drammatica dell’insegnamento: se ogni lezione che sia appassionante per tutta la classe contiene una speciale promessa a tutti i ragazzi, allora bisognerà augurarsi che la società non la mantenga poi solo con alcuni.
Una lanterna aggiunta – Ritorno in accademia, 2016. Soti Pasina, direttore di biblioteca in un paese del Salento, ha riportato da un viaggio in India con la figlia Sofia e l’amica di lei Claudia una serie di fotografie del grande raduno religioso del Kumbh Mela. Il francescano Alfonso Aloisio propone una selezione di foto per l’attività parrocchiale. Gli incontri in un circolo letterario diventano occasione di dialogo sul destino delle religioni. Sono spesso coinvolte le due giovani, aggressiva e malinconica Sofia, tempestosa e provocatrice Claudia. Emerge l’idea che i credenti, se vogliono vivere nel mondo moderno, sono chiamati a tradurre i contributi rilevanti della loro fede in un linguaggio universalmente comprensibile e a rinunciare non alla loro tradizione identitaria, ma alla autorità vincolante e alla validità universale che quel passato ha sempre preteso. Con il gruppo dei viaggiatori si è accompagnata una signora, Gaia, la cui immagine ricorrente, unita ad una sua saltuaria presenza come villeggiante in Salento, lascia intendere una storia d’amore con Soti destinata a nuovi sviluppi. In frate Alfonso alla suggestione fotografica suscitata dal fantasmagorico evento religioso e dai paesaggi della regione indiana si aggiunge un nascosto incantamento per una donna affascinante e perturbatrice, a innescare forse una crisi esistenziale. Ritorno in accademia è la commedia che si immagina scritta dal Pasina con un personaggio femminile destinato alla interpretazione della figlia, attrice dilettante. Nella trama Toti, ex parlamentare agli arresti domiciliari, ha ottenuto dal giudice la possibilità di recarsi nella vicina sede di una accademia letteraria dove potrebbe ravvedersi con buone letture e positive frequentazioni. A contrasto con lo squallore di individui invischiati in loschi affari spicca una figlia ribelle che, pronta all’irrisione e al sarcasmo, ostinata ma anche rassegnata al fallimento, non perde occasione per rivolgere feroci critiche al padre e per scatenare violenti litigi con il fidanzato che ha deciso di abbandonare.
Allegra e le 96 tesi – Il principe chierico, 2020. In una villetta di campagna tre giovani amici chiamano per una serata in allegria una professionista del piacere, della quale hanno notizia come colta e vivace conversatrice, scommettendo su chi sarà scelto per restare solo con lei. Al suo arrivo e poi con il sopraggiungere di altre due sue compagne essi rimarranno a lungo sospesi tra una possibilità di svago al di sopra di ogni aspettativa e una situazione che si prospetta intrigante. Le tre donne si presentano come suore ribelli e disinibite, impegnate in una vasta e segreta organizzazione per diffondere un libello clandestino con 96 tesi per una riforma della Chiesa a cominciare dall’abolizione del celibato. Un soggetto incendiario nella cornice di una diabolica giostra. Il principe chiericoè il racconto dell’anziano professore Salvo C. che ha scritto la commedia e che, di ritorno nel paese di origine in Salento, spera anche di affidare la sua opera a gente di teatro. Conosce Amira, una giovane siriana impiegata alla reception nel suo albergo con la quale condivide idealità ma anche un senso di estraneità al paese. E come la primavera con i suoi fiori si riprende un paesaggio devastato dalla malattia degli ulivi, così la straniera pare destinata a riversare la sua forza vitale su una terra che il vecchio invece abbandona per sempre. La parola è tesa a distinguere tra responsabilità e destino in una storia segnata da vecchie fedi, deboli legami sociali, distacchi dolorosi.
La collega di religione, 2022.Paolina Convalli, insegnante di religione, Mario Ramesa, di lettere. Giovani docenti al primo anno in un liceo veronese e con una classe quinta in comune. Lei, assillante con le proposte di coordinamento tra le loro materie, irrita il collega che, pur riconoscendo un agire per forte simpatia se non per innamoramento, teme una intenzione di controllo ideologico non esente da gelosia professionale. Non è attratto da una donna dall’aspetto ordinario, sposata, ma le manifesta stima cui si aggiunge nel tempo una sincera affezione. È convinto di una libertà assoluta nel suo insegnamento mentre Paolina deve conquistarsela con fatica quella libertà, trovandosi sempre esposta nella interpretazione storica del deposito di fede come su spinosi temi etici. La quotidianità avvicina i due colleghi impegnati nelle problematiche di classe come in roventi dialoghi a carattere filosofico e politico. E proprio delle spavalde certezze laiche dell’uomo lei è sempre a dolersi, amandolo non ricambiata. Chi è Paolina? Una docente che si sente isolata in un collegio di sfiduciati, che ha chiesto a Mario una collaborazione risultata sempre improbabile o tesa, che si vede costretta anche a misurarsi con la bella di turno. Posta a grave rischio per la sua cattedra, per la sua opera di volontariato in parrocchia e per il suo matrimonio già difficile, si ritrova chiusa in una prigione dei sensi visitata dalle furie. Con una apertura ad esiti rivoluzionari.
Clara Weber, 2023. (Modifica testo edito nel 2010) Al giovane professore Lucilio Corradi, che in ospedale a Verona assiste per lunghi giorni il padre gravemente ammalato, viene chiesto dal primario di reparto e attore dilettante di collaborare nella ricerca di fonti per uno spettacolo sulla Grande Guerra. Dal suo incontro con l’infermiera Clara si sviluppa una storia drammatica che assume un forte valore simbolico a specchio di ciò che deve essere rappresentato. Donna contesa da uomini molto diversi per formazione e carattere, coinvolta nel progetto teatrale come corista e comparsa, segue Lucilio con attori e attrici in escursioni mirate su tracce del conflitto che le nostre montagne hanno conservato. Ai fini di una narrazione unitaria, di una continuità tra il vero e l’invenzione, la materia delle fonti, riportata parte in originale e parte in adattamento, si intreccia con la complessa e struggente evoluzione dei sentimenti dei due protagonisti; è l’elemento correlato alla fantasia, recita evocante un passato doloroso e incancellabile. L’autore con questo singolare romanzo a sfondo storico ci conduce nella letteratura dell’anima, quella che con le passioni dei personaggi esprime più direttamente i legami sociali e i valori fondati sui grandi eventi della storia nazionale.