Manco p’a capa 151. Chiamatemi Mister Clean!

Ora Grillo esorta i cittadini a fare gruppi di pulizia che si mobilitino per fare manutenzione spontanea nelle varie città: le Brigate dei Lavoretti. Niente di nuovo. Chi pulisce il vetro al semaforo ti offre un lavoretto in cambio di una moneta. Altri puliscono un tratto di marciapiede e chiedono un obolo a chi passa nel pulito. Non mi piacciono le parole inglesi quando si parla italiano, però faccio uno strappo e conio un termine per le azioni delle Brigate di Grillo: i Clean Up, un richiamo alla partecipazione dal basso come i Meet Up. La gente si incontra e pulisce il quartiere. L’inglese è una lingua fertile e ha partorito Plalking, Plogging e Pliking per denominare la raccolta di rifiuti mentre ci si sposta camminando, correndo, o in bici. La proposta di Grillo, quindi, non è nuova, come non era nuovo incontrarsi da qualche parte e parlare di politica (i Meet Up). A volte vecchi concetti possono essere rinnovati e portare verso cose inaspettate. La proposta di Grillo è nell’aria, e lui l’ha fiutata. Di fronte a casa mia, in Via Giordano Bruno, a Napoli, è stata realizzata una bellissima piazzetta (grazie Sindaco Manfredi), con panchine di marmo e aiuole, non non ci sono ancora cestini dell’immondizia (Gaetano… che dici?). Siamo nel quartiere della Torretta, a Mergellina, i bambini giocano per strada, le mamme li sorvegliano e chiacchierano, gli anziani discutono e a volte leggono persino il giornale. Ci sono negozi di vicinato che vendono ogni cosa, e tanti bar: un quartiere con vita di strada. Alcuni frequentatori della piazza, però, abbandonano rifiuti sui sedili, li gettano a terra o nelle aiuole. Gli spazzini non puliscono le aiuole. Non è compito loro, dicono. Così, prima che lo suggerisse Grillo, mi sono ripromesso di prendere una o due cose dalle aiuole, passando, e di gettarle nei cestini portarifiuti dall’altra parte della strada. Lo faccio già nel giardini del “mio” Museo, il Museo Darwin Dohrn (venitelo a visitare), nella Villa Comunale. Vado in “missione” e trovo che la sporcizia nelle aiuole è diminuita. Ma qualcosa c’è. Così prendo una bottiglia di plastica, due bicchieri, e un cartoccio di patatine fritte e… vedo che c’è anche un cestino portarifiuti non regolamentare, dove butto tutto. “Una persona civile”, mi dice una signora seduta sulla panchina. Avrà dieci anni più di me. Mi fermo a parlare con lei. E’ stata lei a mettere il cestino abusivo, e ha anche pulito le aiuole. Come pulisco, quelli risporcano subito. Anche lei fa parte delle brigate di Grillo. Ovviamente la soluzione non è pulire, ma convincere i frequentatori della piazza a non sporcare. Qualcuno getta qualcosa per terra, lei non dice niente: va, raccoglie e butta nel cestino abusivo. Un gesto rivoluzionario: non ci piacciono i furbi che infrangono le regole a danno di altri. Non troviamo giustificazione nei loro comportamenti per comportarci come loro. Facciamo la nostra parte, e anche la loro.
Billy Joel Armstrong, il capo dei Green Day, pare abbia detto: un tale viene da me e mi chiede “Cosa è punk?” così io dò un calcio a un bidone della spazzatura e dico “questo è punk!” così lui dà un calcio a un altro bidone e chiede “Questo è punk?”, e io dico “No, questo è solo moda!”. Sul palco con Grillo c’erano gli esponenti di Ultima Generazione, quelli che sporcano con vernici lavabilissime cose che non rovinano, e sono ritenuti terroristi, provocando proprio come Billy Joel. Grillo propone di pulire, non di sporcare. Questo, ora, è rivoluzionario. Pulire: ce n’è molto bisogno. Ho aderito al Clean Up alla Torretta. Non aspettiamo che lo facciano gli altri. Facciamolo noi: i terroristi del pulito. Il mio nome di battaglia? Ma è ovvio: Mister Clean (che poi sarebbe Mastro Lindo). Fatelo anche voi, vi farà star bene. E non date retta agli scemi che vi prenderanno per scemi.

[Il blog di Ferdinando Boero ne “Il Fatto Quotidiano” online del 19 giugno 2023]

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