“C’è denuncia ne La vita agra, ci si attende un vocabolario da invettiva virulenta, che certo non gli era estraneo: ecco invece che ci sorprende scegliendo una prosa personalissima, sorretta da un linguaggio straordinario, tra la tenerezza intimista, lo sbigottimento e la rabbia che posa sul fondo, in cui si percepisce forte un substrato colto, frammisto a un’incontenibile ironia dissacrante e anticlericale, molto – volendo dare spazio al cliché – toscana.” (Pag.16)
Nell’interessante spazio dedicato alla grande letteratura, Anna Vallerugo indaga voci inconfondibili: Julio Cortázar, Don DeLillo, Kent Haruf, J.D. Salinger. Poi ancora Magda Szabó, Cesare Zavattini, Mauro Covacich, Massimo Onofri, Mary Barbara Tolusso, Pino Roveredo, ma solo per citarne alcuni. Memorabile la “sua” Pastorale americana di Philip Roth “il miglior scrittore di romanzi al mondo” come viene definito (…). “Un capolavoro di costruzione narrativa, complessa e controllata, che prende a tratti toni elegiaci, e poi del grottesco nel dramma, dell’ironia, dell’analisi spietatamente lucida di interni borghesi e buona creanza.” (Pag. 25)
Nel tempo delle recensioni sui social, che per quanto interessanti spesso assumono la sembianza del consiglio di lettura, del parere personale associato al proprio gusto, Anna Vallerugo sapientemente indaga le storie, le scandaglia, ne misura la profondità nella loro componente di racconto e scrittura, penetra il linguaggio e il suo sondare che, particolarmente in questa raccolta, acquista i connotati del talento, delle cose fatte bene e della cura, rende questo libro un fidato compagno di viaggio in grado di aprire le porte a nuovi incontri di lettura e di farci provare mancanza e nostalgia, come sempre la letteratura dovrebbe fare.
