di Carmen Gasparotto
La letteratura non è un luogo ma una metafora che assorbe ogni luogo possibile, reale e immaginario, e le probabilità d’incontro che ne derivano. Ogni libro letto e custodito è un incontro che si realizza attraverso un lungo dialogo, una relazione d’affetto. Se mi si chiede dove ho conosciuto Anna Vallerugo rispondo che il nostro incontro è avvenuto dentro a un libro, uno dei tanti che in questi anni sono stati recensiti dalla giornalista e traduttrice per le riviste di critica letteraria con le quali collabora. È recentissima l’uscita di Satisfiction Book – Una bellezza vertiginosa (Arkadia Editore) che raccoglie cinquantuno recensioni e sei brevi saggi, scritti tra il 2015 e il 2021, per lo storico portale e rivista “Satisfiction”, tra i più noti in Europa per aver ospitato grandi firme della critica e pubblicato recensioni dedicate alle opere di autori italiani e stranieri.
Nel tempo in cui si dice che la critica letteraria non esiste più, che i primi a non volerla sono stati gli scrittori/scrittrici, gli uffici stampa delle case editrici che propongono che a recensirli siano gli amici, Anna Vallerugo è qui a smentirlo. I suoi commenti fertili, la competenza, le recensioni puntutissime – non quelle dove vale tutto e il contrario di tutto – inseriscono l’opera di cui si occupa nella linea ininterrotta della letteratura. In assenza di ambiguità, Vallerugo mette in gioco il suo sapere sempre in modo chiaro e in piena libertà intellettuale.
L’approccio rigoroso permette di fare scelte coraggiose e l’articolo dedicato a La vita agra di Luciano Bianciardi – che apre il libro – è una di queste. La vita agra di un anarchico in Italia, un provinciale che sale a Milano per far esplodere il torracchione della Montecatini, vendicando così la morte dei minatori di Ribolla. Ma la bomba non esplode. Scrive Anna Vallerugo: